“La Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo intende precisare quanto segue, in riferimento all’articolo pubblicato sul Centro di martedì 24 maggio 2016, cronaca di Vasto, p. 25, sia per una corretta conoscenza delle attività che svolge nell’interesse pubblico a salvaguardia del patrimonio archeologico, sia per fornire notizie esatte ed utili ai lettori. Appare anzitutto logico che l’area fosse recintata, in quanto sottoposta a sequestro dalla Procura della Repubblica di Vasto, e oggi riservata ad attività di cantiere, non accessibile a terzi, compresi fotografi e curiosi, come qualsiasi altro cantiere. Premesso che riteniamo non siano questi aspetti ad interessare i cittadini, sottolineiamo che per informarli correttamente c’è apposta la scrivente Soprintendenza, con il suo apparato di comunicazione che è presente anche in rete (Sito: http://archeoabruzzo.beniculturali.it). A parte i nomi degli operatori copiati con errori dal cartello di cantiere, ed i concetti di scrigno e tesori, del tutto antistorici e fuorvianti, quelli che si conservano nel sottosuolo di tutta la regione sono dati preziosi non da un punto di vista venale, ma soprattutto come dati storici utili per ricostruire le fasi più antiche della nostra regione. E proprio in funzione della corretta informazione archeologica e storica si precisa che nell’agosto 2015, la Soprintendenza procedeva in località Defenza (non De Fenza) alla sospensione dei lavori di scasso per l’impianto di un vigneto, seguendo il succitato sequestro dell’area. Con lavori iniziati a dicembre 2015 e poi ripresi ad inizio del corrente mese è in corso di scavo una necropoli d’epoca preromana e romana, di cui sono state scavate varie tombe, recuperando i relativi oggetti di corredo. L’intervento è in via di completamento, e sarà cura della Soprintendenza, d’intesa con la Compagnia Carabinieri di Vasto e la summenzionata Procura, valutare tempi e modi per la più ampia informativa dovuta alla cittadinanza”.
