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Rapina alla gioielleria Sarni, i racconti delle telecamere

Emergono particolari dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza del Centro Commerciale Conad Superstore di via Cardone, in località Sant’Antonio Abate di Vasto, che nella serata di lunedì è stato preso d’assalto da una gang armata che ha fatto irruzione nel Centro, diretti alla gioielleria “Follie d’oro” dei F.lli Sarni, svaligiandola.

Il vice questore del Commissariato di Pubblica sicurezza di Vasto, Alessandro Di Blasio, dalle immagini raccolte, conferma che i malviventi “erano in cinque, tutti con volti travisati da maschere in lattice; quattro sono entrati ed uno è rimasto ad attenderli nell’auto”. Uno dei malviventi entrati era armato e gli altri tre, muniti di piede di porco, hanno forzato le vetrinette della gioielleria portando via quanti più gioielli possibili.

Inizialmente alcuni testimoni raccontano di aver sentito spari di pistola, ma la Scientifica esclude la presenza di bossoli. A confonderli é stato il rumore dei vetri infranti. “Non hanno sparato -come afferma il questore- ma hanno agito da professionisti”.

Altro particolare rilevato dalle telecamere, è l’assenza di moto nel piazzale. I malviventi sono infatti arrivati e ripartiti tutti a bordo della Giulietta Alfa Romeo rossa.
Per ciò che concerne l’ammontare del bottino, la cifra è ancora tutto da verificare, ma a detta del titolare della gioielleria Carmine Sarni , la stessa é superiore a quella stimata inizialmente.”Stiamo aspettando -come precisa Di Blasio- che finisca l’inventario completo“.
Una volta inferto il colpo, la gang è ripartita in direzione San Salvo, con il bagagliaio aperto. Nel tratto tra l’uscita dal centro e l’ingresso in macchina, parte della refurtiva è rimasta a terra.
Oltre alle telecamere del Centro Commerciale, che sono state molto utili, abbiamo acquisito -aggiunge Di Blasio- anche le immagini delle telecamere del Comune”.
La freddezza della gang e la rapidità dell’azione, che si è svolta in pochi minuti, conferma che il colpo inferto é frutto di un piano già studiato da parte della criminalità organizzata.

Laura Rongoni

foto Ansa

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