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Zavattaro polemizza e si dimette da numero uno della Asl teatina, Di Stefano e Febbo chiedono chiarezza

Erano già nell’aria da qualche giorno e martedì Francesco Zavattaro aveva annunciato a una settantina di medici l’intenzione di lasciare l’incarico di general manager della Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti entro il 15 giugno prossimo. Dopo cinque anni e mezzo di mandato (è stato nominato il 1 gennaio 2010) finirà, dunque, l’avventura al comando del 58enne manager al cento anche di violenti confronti sulla sua gestione dell’azienda sanitaria.

Proprio su queste vicende, si è tenuta stamane a Chieti una conferenza stampa congiunta dell’On. Fabrizio Di Stefano e del Presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, esponente di quel governo regionale che volle Zavattaro alla guida della Asl teatina.

“Forse sulla sanità si sta pensando più a fare gli imprenditori che a curare gli abruzzesi – ha dichiarato Febbo – bisognerebbe riflettere attentamente e capire cosa è accaduto in questi pochi mesi e cosa accadrà, come andrebbero spiegate alcune frasi dello stesso Zavattaro quando sottolinea che “mi stanno facendo terra bruciata intorno” o “c’è troppa ingerenza del Presidente”.

Secondo l’ex assessore regionale alle Politiche agricole due potrebbero essere le eventualità: o “si riferisce al progetto del nuovo grande ospedale dell’area metropolitana che D’Alfonso vorrebbe costruire nella “Striscia di Gaza”, non in Palestina ma a San Giovanni Teatino (Sambuceto), magari su terreni di cui già sì conoscono nomi e cognomi dei proprietari, che di fatto penalizzerebbe pesantemente il Clinicizzato teatino ed andrebbe a discapito direttamente dell’Università D’Annunzio.

L’operazione coglierebbe i due obiettivi: Ospedale e Università tanto cari al “Sindaco emerito di Pescara”, il tutto con il bene placido della Sanità privata pescarese, anch’essa soddisfatta di questa iniziativa”, oppure “vuole porre in evidenza che la Asl di Chieti è l’unica che non ha avuto nessuna deroga per fare bandi e assunzioni. L’unica riguarda il concorso per il Pronto soccorso dove oggi il Primario è Maria Di Felice (guarda caso candidata al Consiglio comunale con il Pd). “

Nel mirino del governo regionale e di D’Alfonso probabilmente Zavattaro sarebbe finito anche perché “si è opposto fino a qualche tempo fa alla chiusura del Punto nascita di Ortona che creerebbe numerosi problemi alle strutture di Chieti e Lanciano. Ma non è solo Zavattaro a denunciare l’ingerenza del Presidente D’Alfonso, ieri è stata confermata anche dalle dichiarazioni di D’Amario (Asl di Pescara) il quale ha sottolineato come da un anno l’Oncologia, a causa della mancata autorizzazione da parte della Regione, non ha ancora un Primario”.

“Non vorremmo che l’arroganza con la quale si sta gestendo la Sanità pubblica – rimarca Febbo – possa ricreare le condizioni affinché torni ad essere quella fucina di becero clientelismo che tanti danni ha fatto nella nostra Regione negli anni passati e che ha lasciato in eredità al Governo del centrodestra ben 4 miliardi di euro di debiti”.

I dubbi di Forza Italia sono confermati anche dall’On. Di Stefano: “Cosa nascondo le parole di Zavattaro? Cosa significa quell’eccessiva ingerenza di D’Alfonso a cui fa riferimento? C’è forse qualcosa che collega tutto questo con la volontà di D’Alfonso di costruire il mega ospedale a San Giovanni Teatino? O magari con la volontà di ampliare la struttura di Chieti con il project financing proposto dalla Maltauro? Ci sembra davvero strano questo eccesso di interessamento sulle sorti dell’Azienda teatina che va ben oltre il puro aspetto sanitario ma la cosa che sconvolge in modo particolare è il silenzio assordante del Pd di Chieti.

Il Partito democratico appare prono di fronte a un D’Alfonso che detta la linea e interviene sulle vicende della Asl in modo talmente pesante che una persona calma e pacata come Zavattaro arriva di colpo a una decisione di tale portata, pronunciando parole pesanti come macigni. La cosa ci preoccupa molto e per questo auspico che presto venga istituita una Commissione d’inchiesta regionale per fare luce sulla vicenda; è necessario che sull’Ospedale di Chieti e sul rapporto con l’Uda venga messa una lente di ingrandimento e questo spetta soprattutto alla politica. A quanto pare – conclude Di Stefano – alla sinistra hanno messo il silenziatore visto che di fronte a una chiara “aggressione” alla sanità teatina non dice nulla”.

Peraltro, a lasciare perplessi è anche il fatto che quello di Zavattaro rappresenterebbe solo l’ultimo caso di una sequela di manager che stanno rimettendo il loro incarico nelle mani di d’Alfonso e C.

Perché a nessuno sono sfuggite le dimissioni dei Capi dipartimento regionali Vittorio Di Biase (Salute e Walfare) e Carmine Cipollone (Bilancio e Risorse Umane), così come le annunciate dimissioni mai smentite del Magnifico Rettore dell’università di Teramo Luciano D’Amico dalla presidenza dell’Arpa a 9 mesi dalla sua nomina, quelle del direttore della Saga (la società che gestisce l’aeroporto Liberi di Pescara) Piero Righi dopo 5 anni di mandato, le annunciate dimissione di Gabriele Gravina, presidente Commissario liquidatore del Consorzio industriale Pescara – Chieti che si era insediato nel gennaio di quest’anno.

Insomma, l’impressione è che ci si possa trovare di fronte a un quadro di spoil system indotto per poi magari applicare il cosiddetto manuale Cencelli.

L. S.

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