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Dal meeting del M5S contro le trivelle, necessario un fronte comune

E’ partito di nuovo stamane, dalla Grotta del Saraceno Village di Vasto, il lungo cammino di protesta contro le trivelle nell’Adriatico che sfocerà il 23 maggio prossimo in una grande manifestazione in quel di Lanciano. Ad organizzare l’evento è stato il Movimento 5 Stelle di Vasto che ha presentato sul palco il senatore Gianluca Castaldi, il collega Vito Petrocelli, l’europarlamentare Daniela Aiuto, i rappresentanti dei maggiori sodalizi ambientalisti (mancava solo il WWF). In platea i consiglieri regionali d’Abruzzo Sara Marcozzi e Riccardo Mercante, e quella del Molise Patrizia Manzo.

E’ stato subito Gianluca Castaldi a prendere la parola per ricordare l’iter parlamentare della mozione, datata maggio 2013, che porta la sua firma contro la petrolizzazione e Ombrina Mare in primis. “Ci avevano promesso che sarebbe stata discussa in 3-4 settimane e, invece, lo è stata nell’aprile 2014 quando il PD ha messo a punto un’altra mozione di facciata”, ha accusato il portavoce del M5S a Palazzo Madama, che se l’è presa anche con quei medias che hanno titolato che la Pezzopane aveva fermato Ombrina ribandendo che “danno ai media qualcosa che non è nulla, gettano fumo negli occhi”.

“Lo Sblocca Italia – ha detto Castaldi – è disastroso per l’ambiente e per i cittadini. Ci sarebbe l’occasione di dare un colpetto alle compagnie petrolifere con il Decreto Legge sugli ecoreati dove in Senato è passato un nostro emendamento che punirebbe le tecniche di ricerca con l’uso degli airguns. Però, esisteva un impegno del Governo a non modificare il testo nel passaggio alla Camera, ma adesso sembra che voglia cambiarla”.

E’ stato, quindi, un messaggio dell’europarlamentare Piernicola Pedicini a sollevare le divergenze tra le politiche energetiche europee e quelle italiane non senza puntare prima il dito contro gli artt. 35 e 38 dello Sblocca Italia che “incentivano lo sfruttamento degli idrocarburi”. Pedicini ha ricordato la pericolosità degli sversamenti dei fanghi di estrazione “che sono radioattivi e normalmente vengono smaltiti nei pressi dei pozzi per motivi economici”.

Ha ricordato il nuovo pacchetto clima-energia 2030 dell’Unione europea, che chiede, ad esempio “un abbattimento del 40 per cento della produzione di anidride carbonica ed un incremento del 30 per cento dell’energia da fonti rinnovabili”, il tutto “mentre in Italia raddoppia la produzione di petrolio”.

L’europarlamentare ha accennato ai “gravi rischi” e alle “conseguenze disastrose” della situazione croata, per la quale è stata presentata una interrogazione a Bruxelles, anche perché il piano del governo Milanović “contrasta con il protocollo Offshore”.

“Essere consapevoli e informati è indispensabile – ha detto Pedicini – e chiediamo di smettere di svendere il nostro territorio alle multinazionali per un piatto di lenticchie (le royalties, ndr). La produzione energetica va distribuita, ogni casa…ogni auto può produrre energia”.

Sulla stessa linea d’onda l’intervento di Daniela Aiuto, che da subito ha sottolineato come “l’Europa va in una direzione, l’Italia in un’altra”, sollevando anche la questione del fatto che “quando l’Italia inquina, non bonifica, viene multata e chi paga sono i cittadini e non chi commette i reati”. La Aiuto ha chiarito anche perché non si è compatti nella lotta alle trivelle “perché da una parte c’è chi come noi fa opposizione vera, dall’altra che ne fa una falsa con esponenti anche locali e del PD che partecipano alle manifestazioni per dire no ad Ombrina e in Parlamento fanno il contrario”. “Questi eventi – ha aggiunto l’europarlamentare – servono a richiamare l’attenzione e a compattare la lotta”.

Parola, dunque, al senatore lucano Vito Petrocelli, che ha riportato l’esperienza di quanto sta accadendo in Basilicata, il più grande giacimento su terraferma d’Europa in una regione che è la più povera d’Italia, per il quale ha accusato “le compagnie petrolifere di applicare una politica liberticida, di devastazione e desertificazione del territorio”. Dito levato contro il Governo Renzi che “ci ha imposto a colpi di fiducia provvedimenti come lo Sblocca Italia e ha portato in Parlamento una legge che per molti versi riteniamo incostituzionale. Non deve essere soffocata la legittimità di chi vive sul territorio e dobbiamo portare avanti una lotta che non deve mai smettere di essere vivace, perché le attività di esplorazione, ricerca e estrazione sono estremamente invasive”.

Dalla Croazia il collegamento via skype con una portavoce del movimento ZIVI ZID (muro vivo), che ha letto una lettera del leader Ivan Sincic, il quale ha ribadito che “non è sano né sostenibile prendere dall’adriatico tutto e subito. Non si addice a persone mature e al Governo croato che ha iniziato questo circolo vizioso e che vuole indottrinare l’idea di perforare”. “Il progetto del governo croato – sostiene l’attivista – è pieno di mancanze e cause non logiche a partire dalle falsità sul numero di terremoti in un anno, non tiene conto della collocazione dei residui bellici e militari, dei reperti archeologici né stabilisce come smaltire i prodotti dell’estrazione, non rispettando le leggi internazionali”. È stato evidenziato anche come il 70 per cento dei croati sia contro la petrolizzazione auspicando che continui la collaborazione tra i movimenti contro la deriva petrolifera e che la lotta si estenda anche ad altri Paesi.

Tutti concordi anche gli ambientalisti a cominciare da Augusto De Sanctis (Referente del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua) il quale ha ribadito che “dobbiamo combattere fino all’ultimo perché Ombrina, elsa e Rospo Mare vengano bloccati”, ridenominando lo Sblocca Italia come “Sporca Italia”. “Il presente è fatto di energie rinnovabili dobbiamo pensare ad efficienza e risparmio”, ha aggiunto prima di ricordare come grazie a una battaglia del M5S ora si provvederà alla sostituzione dei componenti la Commissione VIA nazionale.

Per Giorgio Zampetti (Responsabile di Legambiente Italia), puntare sul petrolio nell’Adriatico “non vale la pena né dal punto di vista energetico né da quello occupazionale. Il petrolio non è il futuro che vogliamo perché lo dice il mondo e lo scenario che si sta creando”. Anch’egli ha fatto un richiamo alla necessità di un fronte comune ricordando come il 20 aprile scadevano i termini per presentare le osservazioni alla VAS croata: “noi le abbiamo presentate, ma quante Regioni italiane lo hanno fatto”.

“Il modello petrolifero rappresentato dall’ENI sta andando in pezzi – ha affermato Alessandro Giannì (Direttore delle campagne GreenpeaceItalia) – e quello che vediamo con Ombrina sono solo briciole”. Evidenziando come la deriva petrolifera stia causando pesanti cambiamenti climatici e come questi siano direttamente correlati anche a fenomeni migratori e decessi, Giannì ha ricordato come l’Italia stia violando la Direttiva Offshore il che la sottoporrà alla Corte di Giustizia con conseguente procedura di infrazione. Ha, dunque, denunciato come in Croazia la VAS sia stata modellata sul progetto delle concessioni petrolifere.

L’intervento di chiusura è toccato al consigliere regionale Pietro Smargiassi che senza peli sulla lingua ha da subito chiamato in causa il governatore Luciano D’Alfonso e l’assessore all’Ambiente Mario Mazzocca, riportando quanto accaduto nel penultimo Consiglio regionale quando le opposizioni presentavano una risoluzione con la quale chiedevano l’impegno concreto contro Ombrina. “Hanno parlato per dieci minuti a favore della risoluzione (D’Alfonso e Mazzocca), poi abbiamo chiesto la votazione con appello nominale e quando sono stati chiamati hanno votato contro – ha accusato Smargiassi – sono ipocriti. Una settimana dopo hanno presentato una risoluzione che ricalcava nel dispositivo la nostra alleggerendo la posizione e le colpe del PD addossandone parte al centrodestra, che al momento del voto è uscito dall’Aula. A noi non importa di chi sono le colpe, ci importa fermare la petrolizzazione e per questo abbiamo votato entrambe le risoluzioni”. Durissima l’ultima parte dell’intervento contro gli assenti alla manifestazione di oggi: “da vastese – ha chiosato Smargiassi – non riesco ad accettare l’assenza quest’oggi del sindaco di Vasto, degli albergatori di cui stiamo difendendo le istanze, di tutti gli stabilimenti balneari”.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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