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Un romanzo sull’amore, su Roma e sulla prosopagnosia

Una delle particolarità del romanzo Gli amori infelici non finiscono mai di Isabella Borghese, che è stato presentato ieri al Gran Caffè di Vasto e ha visto un pubblico attento e partecipe, è il tema della prosopagnosia, una malattia che impedisce a chi ne è affetto di riconoscere i volti delle persone e che diventa la ragione per cui il protagonista maschile, l’Uomo senza Volto, si trova costretto a cambiare completamente vita. La narrazione di tale malattia, può essere un punto di contatto con il primo romanzo Dalla sua parte, in quanto nelle sue pagine era analizzato il disturbo bipolare. “In generale m’interessa la diversità umana e reputo la malattia non debilitante, ma una risorsa per stare al mondo anche se si ha una vita meno comune”– spiega l’autrice Isabella Borghese, la quale si è molto documentata per descrivere con precisione e senza banalizzazioni tale patologia, servendosi di letture specifiche come quelle del neurologo e scrittore Oliver Sacks e del confronto con lo psichiatra Davide Rivolta, autore di Prosopagnosia. Un mondo di facce uguali. La documentazione sui temi trattati è una delle differenze che distinguono uno scrittore serio da un principiante e Isabella Borghese appartiene alla prima categoria. Altri suoi indizi di bravura, sono rappresentati dalla presenza di un grande campionario d’umanità, tratta dall’osservazione diretta della scrittrice del mondo romano, di un suo particolare spaccato, l’attraversamento della città sugli autobus. In particolare, nel libro è citato il numero 60, sul quale sono incentrati i capitoli 60 racconti d’attesa che descrivono lo spazio di tempo che precede l’arrivo del bus, poi la speranza di riuscire a sopravvivere nella calca propria dei mezzi della capitale, com’è evidente da quest’estratto del libro: “Quando vedo arrivare il 60, un momento prima di salire, tiro un sospiro. È di speranza, più che di sollievo. (…) Non so mostrare più alcuna indulgenza verso chi lancia nell’aria continui “Mi scusi!”, “Mi perdoni!”, sapendo bene che continuerà a spingere con prepotenza, salvo guardare la vittima con rammarico e incredulità come il carnefice non fosse stato proprio lui. O lei. Al secondo sospiro, quello figlio del coraggio e della resa, salgo anche io”. L’idea di tale punto d’osservazione della città è nata da fatti reali accaduti a Roma lo scorso anno: “Ho seguito una protesta attiva su Roma del sindacato Cambiamenti 411 impegnato nella lotta per i diritti degli utenti e degli autisti, che poi ho deciso di romanzare e di arricchire con l’osservazione e il racconto degli utenti che vanno sull’autobus” spiega Isabella Borghese. La scrittrice ha molto a cuore la problematica dei trasporti romani: “Ho scelto d’inserire questo tema per raccontare una parte importante della città e perché ritengo che debbano essere rispettati i diritti degli utenti che viaggiano in condizioni molto disagiate e quelli lavorativi degli autisti“. Nel libro, infatti, si denuncia chiaramente la situazione lavorativa degli autisti i quali, cose che non tutti sanno, ricevono degli stipendi sempre più contenuti e spesso devono rinunciare alle ferie per carenze d’organico dell’azienda. Nel romanzo, il diasgio degli utenti, invece, è raccontato attraverso i personaggi che popolano l’autobus; la signora Impertinenza, una ragazzina “vestita di malizia e truccata con la sfacciataggine di una trentenne”, Signora Povertà, con un cappello che ha vita doppia “accessorio per il capo o salvadanaio per ricevere la carità” L’Uomo del Suicidio Premeditato, il quale ripete ad alta voce “Me ne andrò! Te l’ho detto mille volte, mi voglio suicidare il 19 settembre” e La Donna Silenzio, “che sarebbe bella se consegnasse espressioni ai suoi pensieri”e l’Amico della Pioggia, che raccoglie acqua con le mani per “smascherare il volto della sporcizia che lo ha reso color carbone e figlio della sua precarietà”. Da questi personaggi e dalla cornice intorno ai protagonisti Estzer e L’uomo senza Volto, Roma è raccontata in maniera molto più viva rispetto al romanzo Dalla sua parte. La principale intelaiatura sulla storia d’amore infelice tra L’uomo senza volto e Gisella, del quale il protagonista, promuove l’ esordio letterario, è proprio l’amore per i libri della scrittrice, che è palpabile dal personaggio di Estzer, ispirato al romanzo L’eredità di Estzer di Màrai e dalle molte citazioni letterarie presenti.

Nausica Strever

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