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I politici vastesi e la mensa Caritas

Riceviamo e pubblichiamo. Ci voleva proprio la notizia dell’aumento delle persone indigenti, vastesi e stranieri, data dal vostro web di Vasto, per accorgersi che nel cuore del centro storico, in via Buonconsiglio, la Mensa Caritas organizza il pasto caldo per circa “70 persone ogni giorno a cui si aggiungono pasti da portare via e che nei fine settimana arrivano anche una decina di bambini stranieri che in estate diventano frequentatori abituali quando le mense scolastiche sono chiuse? Che vengono consegnati alimenti freschi da cucinare nella propria abitazione che copre un’utenza di 35 persone, tra nuclei familiari disagiati e uomini over 40 rimasti soli.”? Insomma solo in Via Buonconsiglio sono oltre cento gli uomini e le donne che possono vivere grazie a questa assistenza. A questa si devono aggiungere le altre organizzazioni caritatevoli cittadine che svolgono mansioni umanitarie consegnando pasti, vestiti, e altri generi di necessità! Le nuove povertà crescono come effetto di una crisi economica che non conosce ancora rimedio, situazione sociale drammatica e di rassegnazione. E la politica che fa? Quali sono gli interventi che ha messo in cantiere? Già nel novembre 2011 avevamo lanciato un allarme, e poi un appello accorato al consiglio comunale composto da personaggi economicamente molto agiati: avvocati, ingegneri, medici, impiegati, e doppi lavoristi, pensionati d’oro, affinché elargissero il gettone di presenza e i gettoni delle varie commissioni (i quali sommati a fine anno arrivano a circa 1.800,00 euro per ogni consigliere, e dei sei assessori che ne percepiscono molti di più) alla Mensa Caritas.

Almeno un segnale di primo contrasto alla povertà, e un dovere morale in nome della solidarietà di chi per contingenze storiche attuali, scivola verso il basso del gradino della scala sociale. Devo aggiungere i generosi contributi mensili versati dai cittadini al Presidente del consiglio comunale Peppino Forte e quelli del sindaco di Vasto che ammontano sommati a circa 60.000 mila euro? I costi della politica a Vasto sfiorano o vanno oltre i 200 mila euro. Costoro, ceto politico miope, sordo, mediocre, che si gonfia il petto partecipando a processioni e riti funebri accanto agli alti prelati, proprio in un consiglio comunale ha negato di dirottare i gettoni alle varie istituzioni caritatevoli per aiutare i più sfortunati!. Noi riteniamo che la politica sia servizio alla collettività, impegno civile e volontario e non una corsa ad integrare redditi già cospicui di consiglieri, e assessori della città. Sarebbe stato un segnale coraggioso, dopo le dichiarazioni roboanti di questi anni di tutti i politici di ridurre i costi della politica.

Rompere e invertire una consuetudine fatta di privilegi che ha divorato e divora risorse pubbliche e ha permesso degenerazione e voto di scambio. Un atto politico che avrebbe portato sollievo alle casse del comune e dato un segnale importante della politica sempre più in discredito presso la opinione pubblica. Il carattere inedito della crisi che tutto il Paese sta vivendo esige comportamenti nuovi della politica e dei politici, adeguandola alla crisi devastante economica che esige austerità, una nuova questione morale, solidarietà in nome dei principi della Costituzione del 1948. Con questo comunicato reiteriamo l’appello ad un rinnovato spirito solidaristico a chi siede tra i banchi del comune di Vasto in nome di un interesse pubblico smarrito da oltre un quarto di secolo.

Ivo Menna

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