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Fratelli d’Italia dice no alla chiusura degli uffici postali

Il Capo Gruppo alla Camera di FdI-An On.le Fabio Rampelli, sollecitato dai Coordinatori regionali Giandonato Morra ed Etelwardo Sigismondi e dai quattro Coordinatori provinciali Fabrizio Fornaciari, Armando Foschi, Antonio Tavani e Mauro Tirabassi, ha interrogato il governo sulla prossima chiusura degli Uffici Postali sul territorio della Regione Abruzzo:

PREMESSO CHE gli Organi di Stampa hanno riportato, nelle ultime settimane, la notizia della prossima chiusura di 19 uffici postali nella regione Abruzzo: San Giacomo di Scerni (Ch), Guastameroli (Chieti), Altino (Chieti), Chieti 5, Aragno (L’Aquila), Assergi (L’Aquila), Bazzano (L’Aquila), Cese di Preturo (L’Aquila), Torrione di Sulmona (L’Aquila), Civita di Oricola (L’Aquila), Piccianello (Pescara), Roccafinadamo (Pescara), Cologna (Teramo), Faraone (Teramo), Montepagano (Teramo), Mutignano (Teramo), Poggio Morello (Teramo), Rocche di Civitella (Teramo) e Treciminiere di Atri (Teramo),

RILEVATO CHE gli uffici postali rivestono una grande importanza per la vita dei piccoli centri e rappresentano un importante servizio per i cittadini, soprattutto negli ambiti periferici, in particolar modo per i più anziani che troverebbero enormi difficoltà per gli spostamenti a cui sarebbero costretti per poter usufruire di servizi essenziali, senza considerare gli ulteriori costi che graverebbero sui Comuni già privi di risorse economiche, per riorganizzare la rete di trasporti;

PRESO ATTO CHE Poste Italiane S.p.A., società a capitale interamente pubblico, che gestisce i servizi postali in una condizione di sostanziale monopolio svolgendo quindi una prestazione di pubblica utilità, continua a tagliare uffici obbligando l’utenza a concentrarsi su poche strutture con scarso personale e dunque con un servizio certamente non ottimale per l’utenza;

TENUTO CONTO CHE Poste Italiane S.p.A. riceve significativi contributi da parte dello Stato nell’ambito della legge di stabilità, per consentire agli uffici postali periferici l’erogazione dei servizi postali essenziali; stando questo, il piano di riorganizzazione previsto dall’azienda che, secondo fonti sindacali dovrebbe diventare effettivo da 13 aprile p.v., nell’ambito dell’avviato processo di privatizzazione, prevederebbe, a livello nazionale, la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici;

CONSIDERATO CHE in data 22 gennaio 2014 il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha ricordato che con apposita delibera l’Authority ha ritenuto opportuno inserire specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone periferiche, ritenendo prevalente l’esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di servizio;

PRESO ATTO della delibera Agcom che obbliga Poste Italiane S.p.A. ad avviare con congruo anticipo, in accordo con le istituzioni locali, un confronto rispetto alle misure di razionalizzazione cercando di limitare i disagi per le popolazioni interessate, tramite l’individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale;

INTERROGA IL MINISTRO PER SAPERE:

– Se sia a conoscenza del piano di razionalizzazione di Poste Italiane S.p.A.;

– Se ritenga necessario, a fronte delle numerose perplessità circa la riduzione dei servizi postali in Abruzzo, financo dell’Anci Abruzzo, far rivedere da parte di Poste Italiane S.p.A. il piano di razionalizzazione;-

– Se sì, come ritenga intervenire nell’immediato, presso Poste Italiane S.p.A., per fermare il piano di razionalizzazione;

– Se intenda istituire un tavolo con i rappresentanti istituzionali di Comuni, Province, Regione Abruzzo e Parlamentari del territorio per discutere del problema e delle possibili soluzioni.

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