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Fondazione Mileno, la Uil – Fpl scrive ai vertici della Sanità abruzzese

Dopo la Cgil anche la segreteria provinciale della Uil-Fpl torna a sollecitare una rapida soluzione del disastro che sta inghiottendo la Fondazione padre Alberto Mileno – Casa di cura S. Francesco. Domenico Fecondo e Camillo De Felice hanno inviato una lettera al Commissario ad Acta Piano di Risanamento del Sistema sanitario regionale, Luciano D’Alfonso, al sub Commissario, Giuseppe Zuccatelli, e all’assessore regionale alle Politiche della Salute, Silvio Paolucci, nella quale ribadiscono i perché della vicenda richiamandoli anche alle loro responsabilità in merito, soprattutto, alla mancata ultimazione dei processi di riconversione dei Centri.
“Stiamo assistendo impotenti – scrive la Uil – a un rimpallo continuo di doveri e responsabilità fra i soggetti coinvolti che, certamente, provocano danni sia all’utenza sia ai lavoratori, che non mancano ora, ma anche in futuro, di dare il loro puntuale contributo.
Alle segnalate condizioni di drammaticità in cui versano i Centri di Riabilitazione ex art. 26 si aggiungono situazioni di totale incertezza circa i rapporti contrattuali, come si evince da una nota del 24/11/2014 da parte della ASL 2 Chieti – Lanciano – Vasto e dalla posizione assunta dalla ASL 2 dell’Aquila.
Ciò è dovuto, in modo particolare, a una serie di deliberazioni susseguitesi nell’anno ultimo scorso che, lungi dal chiarire definitivamente le questioni in sospeso, hanno creato ulteriore confusione, dando luogo a libere interpretazioni, da parte di alcuni funzionari delle ASL che, assurdamente, decidono autonomamente il costo dei trattamenti ignorando la peculiarità dei Centri ancora autorizzati ad erogare prestazioni di tipo sanitario, arrivando addirittura a sospendere del tutto i pagamenti”.
Quindi chi dovrebbe pagare non paga o stabilisce le tariffe. Ma ecco l’affondo sulla questione S. Francesco. “La Fondazione P.A.M. di Vasto Marina ha creduto e crede fortemente a questo processo di riconversione, tant’è vero, che ha investito rispettabili risorse per poter mettere a disposizione dei cittadini strutture d’eccellenza a tutti gli effetti e, quindi, ora più che mai sono necessari interventi immediati e risolutivi da parte delle istituzioni, altrimenti le conseguenze potrebbero essere dolorose per l’intera azienda.
L’Ente vanta ingenti somme nei confronti delle ASL, sia Abruzzesi che limitrofe, si tratta di una situazione diventata inaccettabile e insostenibile cui è necessario porre fine prima che sia troppo tardi; in realtà, ulteriori ritardi e inadempienze potrebbero seriamente pregiudicare irreparabilmente le gestioni finanziarie del Centro, da non consentire neppure il pagamento dei fornitori e dei contributi ai lavoratori.
Pertanto, chiediamo alle SS.VV. in indirizzo di accelerare il processo di riorganizzazione e di riconversione dei servizi, dando la possibilità ai Centri di riabilitazione ex art. 26, tutti, di attuare una legittima riprogrammazione delle attività per il futuro, senza traumi di riduzione del personale ed assistenza adeguata ai pazienti, accordando concretamente ai Centri la possibilità di incrementare sostanzialmente l’offerta di prestazioni con tipologie assistenziali/riabilitative diverse, capaci di offrire dei servizi più in linea con i bisogni dell’utente”.
La Uil esprime grande “perplessità per questo ritardo e, come Lei ben ricorda Egregio Assessore, durante l’incontro avuto presso la Fondazione P.A.M. si era incaricato di portare a termine il processo di riconversione delle citate strutture sanitarie entro l’anno 2014, purtroppo, e ce ne duole, a tutt’ora, la questione resta tutta lì, con l’aggravio che le ASL inopinatamente hanno sospeso la remunerazione delle prestazioni sanitarie fino a disposizioni chiare ed ulteriori da parte della Regione, la conclusione è una sola: che i lavoratori restano senza stipendio.
Siamo ancora convinti che possiamo e dobbiamo dialogare per affrontare i nodi strutturali di questi provvedimenti, ma, allo stesso tempo, siamo pronti a respingere con determinazione qualsiasi piano che potrebbe decidere negativamente la sorte di alcune strutture della Sanità privata su tutto il territorio provinciale e regionale”.
Insomma anche in questo caso si teme nell’adozione di due pesi e due misure che porterebbe ancora una volta a danneggiare l’area del vastese.
Intanto, “il giorno 10 c.m. si è svolta l’assemblea dei lavoratori per informarli degli ultimi deprimenti sviluppi e per pianificare azioni collettive da intraprendere o sviluppare per il raggiungimento di soluzioni che salvaguardino le attività e tutte le professionalità espresse dal settore, affinché non siano sempre i più deboli a farne le spese.
Considerate le forti preoccupazioni che permangono, chiediamo un incontro urgente alle SS.VV. in indirizzo per chiarire la situazione e per affrettare l’immediata risoluzione”.

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