Ben venticinquemila imprese artigiane sono state costrette a chiudere, per crisi, nell’anno 2014. Il censimento è stato effettuato da Movimprese. La riduzione rispetto al 2013 è stata del meno 1,8%. Un calo pesante che evidenzia il grave stato di crisi di tutto il settore. Anche se la crisi ha colpito tutto il territorio italiano, la diminuzione delle imprese artigiane è stata particolarmente pesante nelle regioni del Mezzogiorno: Abruzzo -3,2%; Molise -3,3%; Basilicata -3%; Sicilia -2,8%; Sardegna -2,8%. La decimazione si è accanita principalmente su tre settori: le costruzioni che con una diminuzione di 15.646 imprese (-2,8%) rappresentano il settore in cui l’artigianato paga il prezzo più alto alla crisi che attanaglia l’Italia. La manifattura con 6.708 imprese in meno; i trasporti con meno 2.830 imprese pari al 3%. La CNA, evidentemente preoccupata per questi dati che sicuramente non spingono all’ottimismo, dice: sono cifre che devono far riflettere. È vero che un clima positivo può aiutare molto la ripartenza dell’economia e de lle imprese. Ma è altrettanto vero che senza rapidi e incisivi interventi di riforma sul fisco, credito e burocrazia, progettati e tagliati su misura per le piccole imprese, rischiamo un altro anno durissimo”.