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Written in Italy, a Vasto la mostra dei libri italiani tradotti nel mondo

written in italy - 10Dopo Foggia, Roma, Cordoba, Leuca, Skopje, Vilnius, Amsterdam, Seoul, Torino, Doha, Bologna, Montevideo e Sydney, la mostra “itinerante” Written in Italy, curata da Davide Grittani, sbarca a Vasto, per un’interessante esposizione a Palazzo d’Avalos, con 60 tra i più prestigiosi pezzi, in occasione di una giornata di studi promossa dal Centro Europeo di Studi Rossettiani, con il patrocinio dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti e Pescara.
Come spiegato dal professor Gianni Oliva, direttore del CESR, in apertura d’incontro, il nesso tra la mostra ospitata a Palazzo d’Avalos e il Centro risiede proprio nella prolifica attività di traduzione dei Rossetti. La mostra, infatti, ospita preziosi pezzi di libri di autori italiani tradotti in svariate lingue, dal tedesco al cinese. Calvino, Eco, Pasolini, Benni, Maraini, Saviano, Baricco, tanti gli autori illustri che hanno arricchito la collezione con pezzi unici, per metà autografati al momento della donazione.
L’idea è nata da una passione personale del curatore: “Invece di collezionare calamite da frigo – ha spiegato scherzosamente Davide Grittani – chiedevo a chiunque conoscessi in procinto di andare all’estero di riportarmi una copia di un libro di un autore italiano, tradotto nella lingua del posto. Quando la collezione è cresciuta, ho pensato di coinvolgere  personalità del mondo accademico e culturale. E tanto più ‘salivo’ nella scala delle personalità illustri e più mi rendevo conto della grande umiltà di questi importanti esponenti della cultura italiana”.
Le accoglienze più sentite e partecipate Grittani le ha registrate all’estero, dove il fascino della cultura italiana è particolarmente vivo, paradossalmente più che nella stessa Italia.
Grittani ha poi raccontato diversi, divertenti e significativi aneddoti dei viaggi in giro per il mondo, nei 180mila chilometri percorsi, raccontati nel libro dello stesso curatore C’era un Paese che invidiavano tutti, che sostanzialmente racconta il percorso di una collezione iniziata nel 1992 da una passione personale e successivamente passata da 200 a 2850 pezzi, grazie al contributo di autori, eredi, editori, ambasciate, istituti di cultura e molte altre istituzioni.
Buona l’accoglienza ricevuta ieri sera a Vasto, anche se comunque in linea con il generale disinteresse che purtroppo contraddistingue eventi culturali di questo tipo, seppur di evidente caratura internazionale. D’altra parte i dati relativi alla “passione” per la lettura degli italiani è nota: secondo l’Istat nel 2013 le percentuali di coloro che leggono almeno un libro l’anno sono scese dal 46 al 43%, così come sono scese quelle relative ai “lettori forti”, ovvero quelli che leggono almeno un libro al mese, passate dal 14,5 al 13,9%. È chiaro che in un Paese in cui la maggioranza della popolazione non legge nemmeno un libro all’anno, un’opera di Calvino stampata in cinese non è che possa fare grande effetto.

n.l.

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