Questo pomeriggio, domenica 13 aprile, alle ore 19:00 si chiuderà con il titolo “Mozart e Salieri – Requiem” la fortunata stagione concertistica del Teatro Rossetti di Vasto con il sostegno del Comune di Vasto e della Fondazione Carichieti. Sono stati invitati musicisti provenienti da tutto il mondo che hanno restituito alla città incredibili sorprese all’interno dei tanti linguaggi della musica. Anche questo ultimo concerto ne da testimonianza.
L’affascinante e romantica ipotesi di Salieri omicida di Mozart, che tanta letteratura, teatro, cinema ha influenzato fino ai giorni nostri, era ampiamente diffusa anche all’epoca di Puškin. Ma questa non è solo la tragedia in cui si inscena un delitto. L’invidia di Salieri non è che il punto di partenza per più ampie riflessioni. Salieri non è un assassino, è un artista. Un uomo che dedica vita, pazienza, studio, rigore, passione alla musica; e, come tutti gli artisti, considera l’Arte un privilegio da conquistare giornalmente, a piccoli passi, attraverso crisi e stimoli costanti. Per questo motivo Salieri, come un atto di giustizia, deve uccidere Mozart, perché Mozart non giova all’Arte, Mozart non è Arte. Mozart è Genio, limpido, assoluto; Mozart è vita, natura, che scorre per dono divino, senza studio, senza sforzo. E per dono divino ottiene la perfezione che l’artista non riesce a conquistare in tutta una vita di studi. “A che serve che Mozart resti in vita?” è la terribile questione che Salieri si pone; Mozart, con la sua perfezione, potrà solo evidenziare la mediocrità dell’Arte umana in confronto al Genio divino. Nella paradossale conclusione di Salieri, Mozart fa male all’Arte e per questo motivo va fermato, va eliminato; non per invidia, ma per salvaguardare l’Arte.
Ma il vero protagonista della serata è il Requiem che lo stesso Mozart, nell’ultima scena, dopo aver bevuto il veleno, come un tragico presagio, suona per Salieri. Ma non il “solito” Requiem, la monumentale opera per orchestra, coro e solisti. In questo caso, ad accompagnare la Piccola Tragedia di Puškin è una piccola versione del Requiem, la bellissima trascrizione per quartetto d’archi di Lichtenthal, capace di restituire tutta la potenza della grande opera mozartiana.
Progetto e regia di Giorgio Bongiovanni
Traduzione di Mirella Meringolo
Costumi di Barbara Petrecca
Biancamaria D’AMATO (Mozart)
Giorgio BONGIOVANNI (Salieri)
Antonio ANSELMI, violino
Antonio DE SECONDI, violino
Alessandro SANTUCCI, viola
Francesca TAVIANI, violoncello