Alle parole di Christian Lalla non poteva non seguire la controreplica di chi ha voluto sollevare una questione di possibile conflittualità nei rapporti tra Amministrazione, portavoce e società privata di questi.
Per Massimo Desiati (PpV): “Il problema è un altro e non è certo legato all’entità della spesa o, addirittura, alla gratuità di alcuni servizi. A questo punto, credo sia anche chiaro quale è. Non è più possibile perpetuare queste prese in giro da parte dell’Amministrazione comunale. Confido nelle azioni di verifica, interna, della legittimità rapporto in essere”.
Sulla stessa linea d’onda anche Davide D’Alessandro (ind): “A Lalla non ho chiesto di precisare quanti manifesti sono stati stampati, da chi e quanto sono costati. Non ho neppure chiesto se è stato pagato, anzi ho precisato di essere certo della prestazione gratuita. Il problema, che finge di non comprendere, è che sul manifesto istituzionale non può comparire il nome della Società del portavoce, neppure per scherzo. Il conflitto, come già ricordato a Oliva e a Vicoli, non è legato necessariamente al compenso in denaro, all’emissione della fattura. Un bambino di tre anni lo comprende. Perché è tanto difficile comprenderlo per il sindaco e il suo portavoce? Il portavoce deve soltanto portare la voce, non deve ideare manifesti. Se vuole idearli, lo faccia in silenzio, senza “firmare” il delitto. Il resto non gli appartiene, comprese le precisazioni che, invece di smentire, confermano la notizia e il guaio. Il mio collega consigliere invoca la “verifica da parte del responsabile della prevenzione della corruzione del Comune”. Io, più semplicemente, invoco la serietà. L’Amministrazione Lapenna manca di serietà. Non c’è serietà”.
Nelle prossime ore sarà probabilmente il primo cittadino a parlare sulla vicenda.
