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Caso Cultura, D’Alessandro insiste: c’è uno sperpero di denaro pubblico non accettabile

Davide D'Alessandro“Il pistolotto prodotto dall’arch. D’Annunzio non intimidisce né intimorisce nessuno, anche perché non fa altro che esternare banalità e preparare un incontro pubblico, ahimé non una conferenza stampa (alla quale avrei partecipato volentieri in qualità di giornalista), dove assisteremo ad una parata organizzata con tutti coloro ai quali la cultura, in questa città, dà pane, molto pane”: è questo il commento di Davide D’Alessandro alla nota diffusa questa mattina da palazzo di Città nel tentativo di rispondere alle sue dichiarazioni su quello che ormai va definito come il “caso cultura”.

“Che ogni spesa effettuata dal Comune, ma pagata dai cittadini vastesi, sia legale e trasparente è una banalità, perché ci mancherebbe altro che il Comune pagasse anche in nero! Certo che paga in modo legale e trasparente. 350 mila euro tra SCM, Teatro e Centro Studi Rossettiani”, aggiunge il consigliere indipendente che, poi, sottolinea “Della prima istituzione mi sto occupando, delle altre due mi occuperò a breve. C’è uno sperpero di denaro pubblico non accettabile. Il Comune paga i compensi pattuiti, i contributi previdenziali e le fatture emesse. Paga 72 mila euro a un docente del Conservatorio di Campobasso (sperando che sia stato autorizzato dallo stesso, anno per anno, dal 2007) per svolgere un doppio incarico. Troppo, è troppo”.

Torna anche sulla questione delle dieci domande poste al primo cittadino in merito a tutta la vicenda che ha investito le tre istituzioni comunali del settore cultura e risponde al sindaco anche sui commenti rilasciati alla stampa nella famigerata nota in cui parla di fango gettato sulla cultura e via discorrendo: ”Lapenna – scrive D’Alessandro – invece di rispondere alle dieci domande, fa come Berlusconi con “Repubblica”: parla di macchina del fango e scappa. Affida agli uffici un comunicato inodore e insapore, non ancora mette i bilanci delle singole istituzioni sul sito, come prevede la Legge, non fornisce le carte a un consigliere comunale, non gli consente di svolgere bene il lavoro di opposizione, non dà corso alle risoluzioni approvate in Consiglio, non risponde. A Vasto il sole della cultura non è basso, è radente la terra, riscalda pochi eletti, ma l’energia la mettono i cittadini con le loro tasche. Lui è un nano politico che non ha neppure l’aspetto del gigante”.

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