Affacciato sul mare e simbolo della città, Palazzo d’Avalos domina il paesaggio con la sua maestosità e il suo giardino napoletano. È uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese della seconda metà del Cinquecento di stampo romano, sorto su preesistenze romane e altomedievali, che ha inglobato i resti dell’edificio quattrocentesco costruito dai Caldora e devastato durante l’incursione delle armate turche di Pialy Pascià nel 1566. Durante i tre secoli di signoria dei d’Avalos, dalla fine del Quattrocento fino all’occupazione francese del 1799, il palazzo assunse gradatamente l’aspetto di una reggia, sede di una vera e propria piccola corte locale. Dopo l’abbandono da parte dei d’Avalos, gli ambienti furono progressivamente frazionati per ricavarne appartamenti e botteghe, trasformazioni a scopo utilitaristico che finirono per obnubilare la residenza principesca. Nel 1974 il Comune di Vasto ha concluso l’acquisizione della quota d’Avalos e sono cominciati i lavori di restauro del complesso.
Ospita al suo interno quattro musei: il Museo archeologico, che documenta la storia della città e del territorio, la Pinacoteca, con le opere della famiglia Palizzi, partecipe delle più importanti correnti artistiche dell’Ottocento, “Mediterranea”, la collezione di Arte Contemporanea con opere di artisti italiani e spagnoli, e il Museo del Costume Antico, che comprende una raccolta di dipinti raffiguranti abiti tradizionali ed una collezione di abiti abruzzesi degli inizi dell’800 e dei primi del ‘900. Il palazzo è noto anche per la presenza dello spettacolare Giardino Napoletano, affacciato sul mare, riportato all’antico splendore da un restauro che gli ha restituito l’originale impianto tardo settecentesco. Il complesso dispone inoltre di sale e ambienti predisposti e utilizzati per eventi e mostre temporanee. Il Museo Archeologico è uno dei più antichi d’Abruzzo, fondato nel 1849 come Gabinetto archeologico comunale di Vasto con manufatti messi a disposizione dai cittadini e ampliato con i reperti raccolti dallo storico direttore Luigi Marchesani nel corso di rinvenimenti in città e nel territorio.
Ospitato inizialmente nel palazzo comunale, fu in seguito trasferito al piano terreno di Palazzo d’Avalos. Al suo interno sono conservati reperti archeologici che testimoniano fasi storiche dall’Età del Ferro al periodo frentano (dal IX al III sec a.C.), dalla fondazione e sviluppo della città romana di Histonium all’Altomedioevo. Da ricordare i corredi funebri delle necropoli del Tratturo e di Villalfonsina, i bronzetti votivi dei santuari locali tra cui il guerriero offerente con corazza anatomica e per la fase romana il sarcofago bisomo di Publius Paquius Scaeva. Quello attuale è il frutto dell’ultimo allestimento del 1998, quando il museo fu riaperto dopo un periodo di chiusura per consentire lavori di restauro e consolidamento del complesso architettonico. Il Museo del Costume, creato nel 2000 su iniziativa del Lions Club Adriatica Vittoria Colonna, espone abiti e corredi dell’800 e del primo ‘900 di famiglie vastesi che hanno così voluto contribuire alla costituzione di questa singolare raccolta. L’esposizione è arricchita anche da dipinti e litografie che illustrano abiti e costumi tradizionali abruzzesi.
L’attuale allestimento della Pinacoteca comprende la sezione più antica della pinacoteca civica con le opere donate alla città nel 1898 da Giuseppe, Filippo, Nicola e Francesco Paolo Palizzi e da alcuni privati. I quattro fratelli, tutti pittori, a partire dal 1836 si trasferirono a Napoli per completare la loro formazione artistica già iniziata a Vasto. Nel fervido ambiente napoletano entrarono in contatto con le idee innovative della Scuola di Posillipo, partecipando ai movimenti che miravano al rinnovamento della pittura di paesaggio rispetto al vedutismo settecentesco e alla pittura aulica neoclassica. Nel corso del tempo, grazie anche ai soggiorni parigini, giunsero tutti variamente a una maggiore aderenza ai modi della realtà, dipingendo dal vero e attraverso la conoscenza e lo scambio con artisti e movimenti europei. Fra le opere esposte ricordiamo di Filippo Palizzi, il più noto dei fratelli, i Due Pastorelli, Olanda, il Muletto. Oltre alle opere dei Palizzi la pinacoteca annovera anche opere di Gabriele Smargiassi, Francesco Paolo Michetti e Giulio Aristide Sartorio. La Collezione di Arte Contemporanea trae origine dalla mostra permanente Mediterrania, frutto della donazione Paglione-Olivares alla città di Vasto. Sono ottanta opere di quattro artisti italiani (Bonichi, Carmassi, De Stefano, Falconi) e quattro spagnoli (Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas) che pur nella loro diversità testimoniano la loro appartenenza a uno stesso ambito geografico e culturale. Lo spettacolare Giardino Napoletano, rivolto verso il mare, è stato riportato all’antico splendore da un restauro che gli ha restituito l’originale impianto tardo settecentesco. Così, oggi come ieri, tra siepi di bosso e cespugli di rose, sarà possibile ripercorrere il giardino a forma di croce e i vialetti ortogonali, coperti da un pergolato, sino a giungere all’incantevole terrazza panoramica.