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Il giorno del presidente

QuirinaleIl momento tanto atteso è giunto. Alle 10 il Parlamento in seduta plenaria voterà in prima seduta il successore di Giorgio Napolitano al Quirinale. Sarà il 12.mo Presidente della Repubblica italiana. In queste settimane molti sono stati i nomi fatti e su nessuno di essi è stata trovata una piena convergenza di intenti a rispecchiare il quadro di grande incertezza che tutto il sistema politico italiano sta attraversando. La scelta dei possibili candidati è stata ristretta nelle ultime ore e non ha lasciato strascichi marginali, anzi, tutt’altro. Vediamo allora i competitors presidenziali. In pole Franco Marini, candidato al Senato nelle ultime parlamentarie nelle fila del Partito Democratico, nome sul quale è stato trovato l’accordo tra bersaniani, il Popolo della Libertà e la Scelta Civica montiana. Una scelta, però, che ha scontentato, e non poco, la frangia dei democratici che si riconosce in Matteo Renzi “Votare Franco Marini – ha detto il rottamatore – significa fare un dispetto al Paese: si sceglie una persona più per le esigenze degli addetti ai lavori che non per l’Italia”. Il centro-sinistra subisce un’altra frattura anche dal suo fedele alleato Sel, che ha sciolto i propri dubbi dichiarando apertamente di appoggiare la candidatura di Stefano Rodotà. La cosa che potrebbe spaventare di più PierLuigi Bersani è tutta chiusa nelle dichiarazioni di Vendola che lanciano strali sul futuro anche di un possibile governo: “Io mi metterei di traverso e sarebbe la fine del centrosinistra oltre ad un’operazione di restaurazione”. Se Sparta piange Atene non ride. Anche il centrodestra è alle prese con la prima lacerazione del rapporto già teso con la Lega di Maroni, che sceglie una strada alternativa appoggiando la candidatura di Dal Lago. In questo quadro frammentario si inserisce la proposta del Movimento 5 Stelle, che, dopo il rifiuto di Milena Gabbanelli, ha ottenuto l’assenso di Stefano Rodotà il quale potrebbe trovare il sostegno degli esuli renziani e, come anticipato, quello di Sel.

Alla luce di questo quadro di grande incertezza, Franco  Marini resta, comunque, il grande favorito. 80 anni il 9 aprile ultimo scorso, Marini è nato a San Pio delle Camere (Aq). Molti lo ricordano alla guida del sindacato CISL in qualità di segretario generale, ma è stato anche presidente del Senato sotto il Governo Prodi del 2006 e ministro del Lavoro tra il 1991 ed il 1992 sotto la presidenza del Consiglio di Giulio Andreotti. Marini fu segretario del Partito Popolare dal ’97 al ’99 e parlamentare europeo.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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