Proseguono le iniziative, le proteste e le prese di posizione sull’autorizzazione al Progetto Ombrina Mare.
Per Legambiente, “la partita non è chiusa. Occorre unità di intenti tra tutte forze politiche e sociali a sostegno di Regione, Provincia e Comuni costieri che saranno chiamati in conferenza dei servizi dal Ministero dello Sviluppo Economico”.
L’associazione ambientalista punta anche il dito contro il Ministero dei Beni culturali: “Nel recente passato il Ministero ha espresso parere sfavorevole sul progetto di parco eolico offshore a 10 Km di distanza dalle coste abruzzesi e molisane – spiega Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – ma parere favorevole alla piattaforma petrolifera con annessa nave di stoccaggio di 350 metri di lunghezza e 17 km di gasdotto a 6,5 km dalla costa teatina. Una posizione contraddittoria che, oltre a penalizzare le fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle fossili, pone seri dubbi sulla giusta valutazione ambientale e paesaggistica dell’opera”.
“La partita, comunque, non è ancora chiusa – continua Angelo Di Matteo – Prima del rilascio dell’autorizzazione, il Ministero dello sviluppo economico dovrà convocare la conferenza dei servizi, nella quale saranno sentiti, così come dice la norma, i pareri degli enti locali posti nel raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate.”
Per la delicatezza del momento, Angelo Di Matteo non ammette distingui: “Le forze politiche e sociali devono esprimere compattezza e un’unitarietà d’intenti nell’interesse dell’Abruzzo con l’obiettivo di ripristinare il decreto dell’allora Ministro Prestigiacomo, e tanto avversato dal Ministro Passera e dalla lobby dei petrolieri, che vietava la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi liquidi entro la fascia delle cinque miglia dalla costa. Un impegno esplicito da esigere dai nuovi parlamentari, a partire da quelli abruzzesi”.
n.l.