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Come leggere le etichette alimentari

Da diversi anni ormai è obbligatorio, per legge indicare sulla confezione dei prodotti le loro caratteristiche organolettiche, gli ingredienti utilizzati ed altre informazioni; tutti questi dati nel loro insieme rappresentano “l’etichetta nutrizionale”. Quindi il requisito principale di una etichetta alimentare è quello di informare il consumatore sulle reali caratteristiche del prodotto e deve essere chiara, leggibile, indelebile. Quanti di voi la leggono prima di comprare un alimento? E quanti di voi riescono a comprenderla?

E’ importante saper leggere una etichetta perché così si riescono ad avere informazioni sulla qualità del prodotto. La prima cosa da controllare sono gli ingredienti, cioè ciò che è stato utilizzato per produrre l’alimento, questi sono riportati in ordine decrescenti di quantità, cioè il primo è quello più abbondante, per cui spesso scopriamo che in una confezione di biscotti o dolci oppure nelle marmellate l’ingrediente più abbondante è lo zucchero. Quando troviamo la dicitura “in proporzione variabile” vuol dire che nessun ingrediente è prevalente rispetto agli altri. Guardando in fondo alla lista degli ingredienti troviamo: aromi (artificiali, prodotti in laboratorio e naturali, essenze, estratti, succhi ottenuti da materie vegetali), ovviamente sono da preferire i prodotti che contengono aromi naturali; additivi alimentari come conservanti, addensanti, coloranti, edulcoranti ecc, (indicati con la sigla E seguita da un numero e precisamente da E100 a E199 si indicano i coloranti, da E200 in su si indicano altri tipi di additivi), questi componenti sono presenti in piccole dosi, non hanno alcun valore nutrizionale ma possono essere comunque nocivi alla nostra salute per cui sarebbero da preferire i prodotti a più basso contenuto di additivi.

Questi additivi sono utilizzati per migliorare alcune caratteristiche del prodotto come: tempo di conservazione, aspetto e colore, sapore. Alcuni esempi di additivi sono i nitrati, nitriti, polifosfati, solfiti, glutammato, sorbitolo, mannitolo ecc. Per la legge italiana non possono contenere additivi: acqua minerale, caffè, latte, miele, olio d’oliva, pasta secca, tè in foglia, yogurt bianco, legumi e verdura fresca. Al centro della lista troviamo sostanze come zucchero invertito, burro anidro, grassi idrogenati ecc, sostanze manipolate chimicamente e gli ingredienti “naturali” come latte in polvere e uova. Sulle etichette è riportato inoltre il quantitativo del prodotto, la dichiarazione nutrizionale (valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale) la scadenza, l’azienda produttrice, il codice a barre e il materiale della confezione.

Per quanta riguarda la scadenza riporto alcuni esempi: “da consumarsi preferibilmente entro…” significa che fino a quella data sono garantite le proprietà del prodotto, ma può essere consumato anche per un breve periodo successivo alla data indicata; “da consumarsi entro…” vuol dire che va consumato assolutamente entro quella data e non oltre. Spesso un periodo di conservazione minore indica un minore utilizzo di conservanti.

Una delle novità importanti riguarda l’indicazione degli allergeni che deve essere evidenziata con carattere diverso rispetto altri ingredienti per dimensione, stile o colore; anche i prodotti sfusi devono riportare l’indicazione della presenza di allergeni. Nel caso di presenza di oli vegetali e grassi vegetali ci sarà un elenco che ne indicherà l’origine specifica (olio di palma, di cocco, grassi idrogenati ecc). Un altro cosa da tenere in considerazione è il nome del prodotto, sebbene i nomi di fantasia siano proibiti perché possono trarre in inganno il consumatore, succede però che molto spesso il nome dell’alimento è fuorviante rispetto a quanto si va effettivamente ad acquistare; ad es. “Frollini con latte e miele 1 %”, spesso il latte (in polvere) è solo il 2,5% e il miele 1%, mentre lo zucchero è al secondo posto dopo la farina, inoltre troviamo lo sciroppo di glucosio, grassi vegetali e aromi vari. Nel nome del prodotto sono importanti le preposizioni e cioè: se leggete gnocchi di patate, le patate saranno effettivamente l’ingrediente principale, mentre se la scritta riporta gnocchi con patate, è molto probabile che al primo posto troverete la farina di grano tenero e poi le patate.

Le caramelle sono probabilmente il prodotto peggiore, anche se sulla confezione riportano immagini di freschezza e naturalità, come quelle di agrumi, ma poi in realtà sono piene di coloranti, edulcoranti e aromi chimici. Anche per le bevande gassate valgono le stesse considerazioni, le comuni aranciate, ad esempio, contengono pochissimo succo d’arancia, infatti leggendo l’etichetta vediamo che contengono acqua, succo d’arancia (12%), sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero, anidride carbonica, acidificante ecc. L’etichetta della pasticceria pubblicizzata con lo slogan “fatta in casa come una volta” come ad esempio i croissant farciti, riporta: farina di frumento, farcitura 26% (edulcorante sciroppo di maltitolo, purea di frutta 35%, stabilizzante sciroppo di sorbitolo, addensante pectine, acidificante, aromi), oli e grassi vegetali, edulcoranti ecc.

Un altro mercato molto fiorente ma spesso culla di truffe è quello dei prodotti biologici, spesso vengono venduti come tali cibi che non lo sono. Anche in questi caso l’etichetta “parla” perché la legge ha stabilito dei criteri ferrei. Non è biologico un alimento che contiene ingredienti Ogm o che è stato sottoposto durante la lavorazione a particolari radiazioni per aumentarne la crescita o per evitare la nascita dei germogli. Un cibo biologico non ha additivi e per essere veramente biologico un prodotto deve contenere tutte le seguenti indicazioni: prodotto da agricoltura biologica, regime di controllo Cee, la sigla dell’ente che ha effettuato il controllo, la sigla del paese produttore, la lettera “F” per i prodotti freschi e la “T” per i trasformati. Quindi per concludere leggete bene le etichette e non comprate prodotti con una lista di ingredienti troppo lunga, evitate il più possibile gli additivi alimentari e tutto ciò che è chimico.

Dr.ssa Manuela Di Silvio
Consulente nutrizionale- Farmacista
Rif. Pag. fb Dr.ssa Manuela Di Silvio

 

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1 Comment

  1. Ludovica

    Gentilissima dottoressa, non sò se lei può togliermi finalmente una curiosità.
    Sulle confezioni di alimenti “rigenerabili” quali ad esempio la panna da cucina,
    erano presente dei numeretti che indicavano il nr di volte in cui quel prodotto era stato appunto
    RIGENERATO. Questi famosi numeretti sono ora scomparsi da ogni confezione,
    a volte sono subdolamente nascoste sotto “l’aletta piegata” del tetrapack.
    Lei sà dirmi qualcosa in merito? grazie mille

    Reply

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