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Via Verde incompleta, il ponte di ferro resta senza finanziamento

Arrivano un milione e 700mila euro per l’erosione costiera a Torino di Sangro, ma la Via Verde resta una grande incompiuta. Sono i fondi per lo sviluppo e la coesione (Fsc) per i quali è stato firmato di recente un accordo tra il Governo e la Regione Abruzzo, mentre la Provincia è ente attuatore. I lavori riguardano la sistemazione e l’adeguamento delle opere di protezione della ciclovia della Costa dei Trabocchi che conta alcune interruzioni fra cui quella di Lago Dragoni, a Torino di Sangro, dove una imponente frana causata dall’erosione marina crea una delle interruzioni della Via Verde.

Per aggirare l’ostacolo è stata prevista la realizzazione di un ponte in acciaio finanziato con uno stanziamento di 3,9 milioni di euro. Era tutto pronto per procedere all’aggiudicazione dei lavori entro il 31 dicembre: mancava solo la firma della convenzione con la Regione, ma la rimodulazione dei fondi Pnrr ha bloccato l’appalto per la realizzazione della struttura.

Dalla riunione del 2 dicembre con l’assessore regionale Daniele D’Amario non ho saputo più nulla, tutto tace”, fa sapere amareggiato il sindaco di Torino di Sangro, Nino Di Fonso, “il problema è serio ed importante. Non solo perché la Via Verde in quel tratto si interrompe, ma anche per l’incolumità delle tante persone che, in assenza di continuità del percorso, sono costrette ad avventurarsi sulla Statale 16 Adriatica, con tutti i rischi annessi e connessi”.

Il primo cittadino annuncia clamorose iniziative dopo le elezioni.
Per il momento sto zitto, aspetto il 10 marzo per attaccare su tutti i fronti”, promette Di Fonso, che contesta anche la proposta della Provincia di istituire un Comitato di sindaci per la gestione della Via Verde.

In questo momento non c’è nulla da gestire”, incalza, “dal momento che esiste solo un’opera incompiuta, che si interrompe in più punti. E’ come avere una Ferrari e non saperla guidare”.

I tratti incompleti della Via Verde, tra cui quello di Torino di Sangro, mettono in discussione tutta l’opera. La rimodulazione del Pnrr ha penalizzato il territorio, non consentendo la realizzazione di un tratto fondamentale, senza il quale la pista viene letteralmente tagliata in due con ricadute importanti sia in termini di immagine, sia con ripercussioni per il comparto turistico che di quel “brand” ha fatto il suo motore propulsivo.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

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