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La discarica incassa poco, il Civeta chiede più rifiuti

Il flusso di rifiuti conferiti nella discarica del Civeta è molto esiguo e potrebbe determinare “uno squilibrio economico-finanziario”, con conseguente aumento delle tariffe. Per tentare di evitarlo la Cupello Ambiente, società che gestisce la vasca di servizio finita nel 2019 nel mirino della Procura per i rifiuti provenienti da Puglia, Campania e Lazio, ha chiesto di essere autorizzata al conferimento di rifiuti extra-consortili, cioè provenienti da altre zone della Regione.

La richiesta è ora all’attenzione della Regione Abruzzo che ha attivato la procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (Via). I tempi per la conclusione del procedimento sono stabiliti in 75 giorni. Enti ed amministrazioni possono trasmettere eventuali osservazioni. Nella relazione di 103 pagine inviata dal Civeta e dalla Cupello Ambiente si mette in evidenza la “funzione strategica del polo tecnologico e della discarica, la cui attività si qualifica di preminente interesse pubblico”.

La criticità è però legata al flusso di rifiuti conferiti che, oltre ad essere ritenuto “molto esiguo”, non copre il fabbisogno previsto nel contratto di concessione vigente.

“Ciò determina il configurarsi di uno squilibrio economico – finanziario che ha come effetto l’adeguamento delle tariffe di conferimento, in aumento, soprattutto nei confronti dei soci del C.iveta”, si legge nello studio firmato dagli ingegneri Luigi Sammartino e Maurizio Bonassisa. Nella relazione vengono forniti anche alcuni dati: al 29 novembre 2022 risultavano conferiti in discarica 227.465 tonnellate di scarti. Alla stessa data la vasca presentava una volumetria utile residuale pari a 215.580 metri cubi. I tecnici giungono quindi alla conclusione che l’impianto “risulta indubbiamente in condizione di ricevere rifiuti extra consortili endoregionali, non modificandosi in alcun modo sia il quadro di impatto ambientale, sia gli aspetti temporali di durata”.

La proposta sottoposta all’attenzione della Regione non si configura come un “ampliamento” o come una modifica alla discarica esistente.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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