Un quinto dell’organico dello stabilimento Denso Manufacturing di Piana Sant’Angelo è in cassa integrazione. Su 880 lavoratori a turno, 170 restano a casa. “Accade da oltre un anno – come sottolinea il segretario della Uilm territoriale, Nicola Manzi.
Manzi, insieme ai colleghi di Fiom, Fim e Fismic, ha discusso a lungo mercoledì con l’azienda senza trovare purtroppo una soluzione. “L’incontro che si è concluso nella tarda serata è stato un incontro specifico con la direzione della Denso di San Salvo per affrontare la gestione degli ammortizzatori sociali. I dati rilevati sono allarmanti”, sottolinea Manzi.
“Dalla fine del 2021, tra periodi di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e corsi di formazione e riqualificazione, ad essere posti in cig dall’azienda sono quasi sempre gli stessi lavoratori, i quali non lavorando, continuano a portare a casa uno stipendio di poco superiore ai 1.000 euro. Per le famiglie dei cassaintegrati questa condizione economica e lavorativa è diventata insostenibile”.
Nel corso dell’incontro i sindacati hanno chiesto all’azienda di applicare una equa rotazione della cassa integrazione straordinaria, ritenendo ingiustificate le ragioni aziendali che gravano sempre sugli stessi lavoratori.
“Su questo punto – afferma Manzi – è necessario che la Denso dia una risposta positiva, altrimenti saremo costretti a mettere in atto tutte le azioni sindacali a tutela dei lavoratori”.
Quel che occorre è portare lavoro nella fabbrica di Piana Sant’Angelo. L’azienda si è impegnata a cercare nuovi prodotti. Al momento le esigenze sono due: saturare la cassa integrazione e riuscire ad ottenere in futuro la realizzazione del motore elettrico.
Sul problema della cassa integrazione, sindacati e azienda si ritroveranno il 18 maggio per approfondire la questione e trovare una soluzione più indolore per le maestranze.
Paola Calvano