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A Palazzo D’Avalos la presentazione del libro “La strada di casa”

Domenica scorsa si è svolta, presso la Pinacoteca di Palazzo D’Avalos, la presentazione del libro “La strada di casa”, di Amedeo Del Balzo e Gaetano Gravina, evento moderato da Liliana Centofanti.

Il libro pubblicato da Homo Sapiens è il racconto autobiografico di Amedeo Del Balzo e inizia a settembre del 1945, quando a soli cinque anni riabbracciò suo padre Francesco, tornato a casa dopo due anni trascorsi in un lager tedesco. Avrebbe voluto che gli raccontasse, come si narra a un bimbo, una storia o una fiaba, la sua avventura, come un eroe. Cosa aveva fatto tutto quel tempo? Ma Amedeo non avrà mai risposte perché Francesco riterrà quella fase della sua vita una parentesi buia, una vergogna da non condividere con alcuno. Solo nel 2010, con la scomparsa di sua sorella, missionaria in Brasile, troverà nell’antica casa di famiglia un plico con due quaderni nei quali suo padre, meticolosamente, aveva ricostruito tutto il dramma della sua deportazione. È il diario di suo padre Francesco.

Lo sguardo si allarga, poi, ad altre situazioni simili, ad altri tipi di macerie, non solo esistenziali che l’Abruzzo ha vissuto con il terremoto de L’Aquila: la voce narrante nelle sue ultime pagine racconta della conoscenza con Davide Centofanti, di sua zia Antonietta Centofanti e di una storia che tocca l’Abruzzo intero.

La casa come rifugio, come luogo di crescita familiare e collettiva, come luogo di solidarietà, di proiezione verso il futuro allorché si lascia quella familiare per addentrarsi nell’età adulta, come paradigma della società che vorremmo e che invece troppo spesso è avvilita da una sequela di tremende ingiustizie umane tuttora attuali, è uno dei temi centrali del romanzo reportage.

Il racconto-viaggio si dipana, quindi, attraverso i tanti luoghi del cuore di Amedeo, dei quali L’Aquila è il punto di ultimo approdo.

Di casa si dovrebbe vivere e non morire, per colpa di cataclismi o bombardamenti che siano.

La storia di Francesco e Amedeo diventa, quindi, un inno alla memoria consapevole ed alla pace, nonché un testimone prezioso da consegnare alle generazioni presenti e future.

L’evento organizzato con il Patrocinio del Comune di Vasto, in occasione della Giornata Mondiale del Libro ed alla vigilia delle ricorrenze del 25 Aprile vuole essere un monito perché la memoria è memoria nel momento in cui è insegnamento. Va attualizzata. La memoria si fa insieme e sa guarire.

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