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Punta Penna, parola a residenti e imprenditori turistici

“Qui non c’ è solo la puzza che abbiamo sentito anche ieri sera, ma siamo circondati da rifiuti e cinghiali”. Lucia Brancaccio, una residente degli alloggi Ater di Punta Penna, si è fatta portavoce ieri, durante l’assemblea pubblica organizzata da un  Comitato spontaneo,  dei disagi degli abitanti.

Si sono radunate sotto il faro le persone che hanno partecipato all’incontro,  che ha registrato la presenza non solo di esponenti delle associazioni cittadine, ma anche di imprenditori turistici che hanno le loro attività nella zona: Filippo Molino, titolare del villaggio turistico La Grotta del Saraceno e Roccarlo Iacovitti, insieme al figlio Simone, da sempre convinto assertore della vocazione turistica di Punta Penna, un’area che convive con una zona industriale, un porto commerciale e una riserva naturale.  

“Gli amministratori li vediamo solo quando si vota”, afferma la signora Brancaccio, “ma mi piacerebbe tanto se si facessero un giro da queste parti. Il problema della puzza non riguarda solo noi residenti, ma anche i turisti che vengono qui in estate. Fatevi un giro per Punta Penna: non ci sono solo i cattivi odori, ma anche i rifiuti e i cinghiali”. 

Lo storico Luigi Murolo ha lanciato una provocazione. “Non ci sono soldi per acquistare le centraline? Allora facciamo una raccolta di fondi”, ha esordito, “è l’unico atto politico che si può fare. Il vero problema è che non abbiamo interlocutori: il sindaco ha detto che ha le carte a posto, ma questo a noi non interessa. E’ invece rilevante vedere in questa circostanza degli imprenditori turistici”. 

Per Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese servono le centraline di monitoraggio che sono presenti in tutte le aree industriali d’Abruzzo,  tranne che in quelle di Vasto e di San Salvo. Bisogna semplicemente rispettare la legge”, annota l’archeologo, “avere dei dati che siano scientifici in maniera tale che si possa trovare la soluzione a questo problema. Può  essere anche che questi miasmi non siano nocivi , ma facciamocelo dire dalla scienza. In passato c’è stato un rilevamento fatto con un mezzo mobile, con centraline che avevano uno spettro molto ridotto,  posizionate in una zona dove transitavano mezzi pesanti. E’ chiaro che in questo caso l’aria è risultata altamente inquinata, ma non c’è stato un monitoraggio dell’area industriale di Punta Penna, ma solo di un punto circoscritto e ben preciso”.  

L’assemblea pubblica – alla quale hanno partecipato anche Gian Carlo De Nicola del  Comitato Amici degli Alberi e Anna Rita Carugno del movimento Ora rispetto per tutti gli animali, è stata introdotta da Nicolas Tomeo del Forum civico ecologista. 

“Abbiamo  organizzato questo incontro pubblico perché spinti dalle tante richieste che sono pervenute dagli abitanti di Punta Penna”, ha esordito, “oggi purtroppo molti residenti non ci sono, perché qui abitano tante persone anziane e con problemi di salute. Ma il problema dei cattivi odori non riguarda solo i residenti di Punta Penna, perché nel giro di alcuni anni, hanno interessato tutta la città”. 

Come aveva già fatto nel corso del sit in che nei giorni scorsi si è tenuto in piazza Barbacani, Tomeo è tornato ad invocare il monitoraggio della qualità dell’aria.

“L’interesse principale è la tutela della salute pubblica”, ha detto, “qui non si può vivere con questi odori. In estate gli abitanti sono costretti a tenere le finestre chiuse, anche con temperature di 40 gradi. Gli enti preposti al controllo sono la Regione con l’Arta, ma c’è anche il comune con il sindaco che è la massima autorità sanitaria”. 

Per Stefano Taglioli, ecologista e coordinatore del Gruppo Fratino “non è solo un problema di miasmi, ma anche di coabitazione.  Quando a suo tempo venne istituita la Riserva di Punta Aderci l’obiettivo era quello di una coabitazione virtuosa con la zona industriale. Questo progetto è miseramente fallito perché la politica, ai vari livelli di responsabilità,  non ha esercitato il suo compito. Gli industriali non hanno mai dato una mano e qualche volta anche gli ambientalisti hanno peccato di una visione di natura incontaminata che oggi non esiste più”. 

Anna Bontempo

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