Pinacoteca piena ieri pomeriggio per Giuseppe Tagliente che ha presentato, a Palazzo d’Avalos, il suo nuovo libro: “La Prima Guerra Mondiale vista da Vasto”. La presentazione ha avuto il suo inizio a partire dalle ore 17:30 e vi hanno partecipato il professore Umberto Dante, il professore Luigi Murolo e il giornalista Rai Gianni Quagliarella, che ha coordinato il dibattito.
“Sulla prima guerra mondiale – ha detto Peppino Tagliente – c’è un fiume d’inchiostro. Ci sono lettere, saggi, racconti, documenti storici e innumerevoli fonti, anche cinematografiche. C’è una serie di filmografia incessante anche ai giorni nostri. È stato scritto davvero tanto – ha continuato Tagliente -, ma sempre non a sufficienza di questa guerra mondiale e dei suoi effetti nelle retrovie. Alcuni aspetti sono stati ignoranti. Eppure – ha precisato – questo è stato un evento epocale che ha coinvolto più Paesi. Ho cercato quindi di sfruttare un angolo di visuale diverso, inusuale e privilegiato, narrando gli effetti che ha prodotto questa guerra tra la gente che aveva i figli al fronte. La curiosità mi ha spinto a vedere cosa accadeva a Vasto, il risultato è stato molto interessante. La grande storia passa per la piccola, mi ha colpito il dramma vissuto dalla maggioranza delle famiglie vastesi (circa il 70%), che si sono trovate con estremo dolore a mandare i figli al fronte (per combattere o per collaborare alla realizzazione delle trincee) per poi venire a sapere, molto spesso, della loro morte attraverso un freddo telegramma”.
“Secondo me – ha detto il professore Umberto Dante, autore della prefazione del volume – è doveroso che uno storico, un cittadino e l’intera città di Vasto ricordino le persone che sono morte in queste drammatiche circostanze. Mi ha fatto riflettere il fatto che una parte molto ampia delle persone e dei gruppi politici coinvolti nella guerra non avevano partecipato attivamente alla vita pubblica durante il Risorgimento. Durante il conflitto, invece, questi gruppi hanno dubbi e partecipano alla guerra in modo cruento“.
Il professore Luigi Murolo, che ha curato la postfazione del libro, ha detto: “Il monumento ai Caduti di Vasto è assolutamente originale per un motivo molto semplice. Non ci sono eroi, non c’è sacrificio. Il monumento venne inaugurato nel 1922. Nel 1921 – ha spiegato – c’è stato un episodio di guerra civile a Vasto con l’assalto alla Camera del Lavoro, posso dire con certezza che quello è stato l’inizio della fine e il primo assaggio di quello che sarebbe accaduto poco dopo”.
Lorenzo Scampoli