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Fuori “DarkJuice”, il nuovo brano dei Malati Immaginari. L’intervista

Il duo “I Malati Immaginari”,  formato da Dario Parascandolo e Laura Trivillini, ha pubblicato su YouTube il nuovo videoclip “DarkJuice”, prodotto con il regista Fabio Ricci.

Com’è nata l’ispirazione per questa nuova produzione?

“La domanda va rivolta al regista Fabio Ricci, è lui ad aver avuto l’ispirazione. Noi possiamo dire – afferma il duo contattato dalla redazione de Il Nuovo Online – che di fatto è tutto nato per caso, durante una delle nostre tappe live. Eravamo a Monza e Fabio, da mesi nostro supporter, era fra il pubblico. Ha ascoltato questo brano strumentale, che suoniamo raramente, solitamente quando vogliamo scaldarci, e ci ha detto di aver fatto un sogno, come se la musica lo avesse messo in viaggio. Da qui l’idea del videoclip, che – sottolineano Dario e Laura – è interamente sua. Siamo andati da lui a Milano, nel Cavern Clan Studio, e ci ha detto che potevamo sentirci liberi di muoverci come più ci piaceva. Così è stato. Poi il montaggio ha fatto il resto. A noi è piaciuta l’idea di confezionare un video e un brano dai tratti dichiaratamente vintage. ‘DarkJuice’ è il nostro omaggio a quei suoni darkwave di inizio anni ‘80 che tanto ci hanno influenzato”.

Posso chiedervi qual è il vostro obiettivo nei confronti di chi ascolta e vi segue con interesse?

“Il duo ‘I Malati Immaginari’ è una nostra creatura – affermano – alla quale abbiamo dato vita per star bene, evolverci e migliorarci. È il nostro modo di esprimerci. E soprattutto vogliamo comunicare l’amore che ci lega alla nostra musica, che ha come obiettivo il trasmettere emozione a chi ci ascolta. Perché quando suoniamo siamo in pace e raggiungiamo quell’equilibrio interiore impossibile da riprodurre senza i nostri strumenti. Vorremmo appunto che – proseguono – il pubblico andasse oltre la musica che suoniamo e che riuscisse a percepire forte questa nostra simbiosi con quello che facciamo. Noi siamo due ragazzi che prima di essere ‘I Malati Immaginari’, eravamo malati immaginari e basta, ovvero due ragazzi che si nascondevano dietro le proprie ipocondrie e le proprie paure. La nostra musica ci ha fatto uscire dal nostro guscio, e oggi che abbiamo la possibilità di portarla in giro in tutta Italia possiamo dire di stare bene. Quindi il nostro messaggio è e rimane sempre lo stesso. Non è mai un errore trovare la forza per dare una sterzata alla propria vita. La felicità talvolta è dietro l’angolo, basta trovare il coraggio di andarsela a prendere”.

Com’è nata “DarkJuice”?

“Questa è una canzone strana, senza struttura, senza un testo, e di certo non ci aspettavamo che diventasse un videoclip. Non l’abbiamo mai ragionata come canzone, ma come quattro minuti di musica in cui sentirci liberi di suonare e talvolta anche improvvisare. Ci diverte molto suonarla – raccontano Dario e Laura -, così come ci siamo divertiti a scriverla. Il tutto deriva da una delle nostre jam session in prova, quando cerchi l’idea giusta da sviluppare. Poi a noi piace ascoltare molta musica strumentale. Spesso i suoni riescono a comunicare più delle parole, soprattutto quando non hai molto da dire ma tanto da suonare”.

Adesso su cosa vi state concentrando?

“Attualmente – spiegano ‘I Malati Immaginari’ – stiamo lavorando al seguito del nostro primo ep ‘Schiena contro Schiena’ e stiamo registrando canzoni nuove con il produttore Alessandro Forte al Pepperpot Studio di Roma. Alessandro ci ha completamente rivoltati come un calzino e non vediamo l’ora di far ascoltare il materiale nuovo, che avrà influenze molto più electro e house di quanto fatto finora. Nel frattempo non abbiamo mai fermato la nostra attività live e stiamo progettando le date estive, che come sempre ci vedranno catapultati da nord a sud come la pallina di un flipper. Anticipiamo che partiremo in tour con Giorgio Canali, oltre che con i ‘soliti’ nomi che seguiamo da un po’, come i nostri amici Meganoidi, Pierpaolo Capovilla e Poggipollini. Qui in Abruzzo suoneremo il Primo Maggio al Pollutrock nella riserva naturale di Don Venanzio e saremo ospiti per il quarantennale del Due Note a Vasto il 27 maggio. Infine, speriamo di dar luce in estate ai pezzi nuovi che stiamo registrando con Alessandro, poi chissà. Non si spoilera mai il finale dei film belli”.

In un periodo in cui la musica si ascolta principalmente in streaming e i musicisti utilizzano le nuove tecnologie e algoritmi particolari per produrre i loro brani, voi che cosa vi sentite di raccomandare?

“La musica non esiste solo su Spotify, anzi! Andate ad ascoltare la musica dal vivo, qualsiasi sia il vostro genere preferito. Lo scambio di emozioni, l’empatia, le vibrazioni sono cose che un algoritmo non potrà mai sostituire come quando ci si trova tutti insieme in piazza o in un teatro. E se decidete di voler fare musica, anche se la tecnologia oggi è a livelli inimmaginabili fino a qualche anno fa, imparate a suonare uno strumento, studiate, sbattete la testa sulle difficoltà, perché non esisterà mai nessuna Ram in grado di sostituire la perfetta fusione di un cuore e di un cervello umano”.

Lorenzo Scampoli

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