Banner Top
Banner Top

“…quei fazzoletti bianchi di porcellana. Un’installazione di Miriam Melle”, di Luigi Murolo

Il «ready-made» è la cifra dell’arte concettuale di Miriam Melle. Non la semplice installazione di oggetti d’uso il cui assemblaggio determina un significato. Ma composizione di piccoli ceselli di porcellana (ognuno dei quali dal significato in se stesso compiuto) che, nell’insieme, vogliono rappresentare un dolore universale.
Sono 104 quadretti dai disegni diversi tra loro contrassegnati da un nome. 104 lapidi bianche in un cimitero d’aria sollevato da terra e che, sospeso nel cielo, avvolge il visitatore nella sua fitta trama pendula. 104 «signacula» porcellanati che evocano nomi veri e reali di corpi femminili straziati da mani sanguinarie. Fazzoletti bianchi impastati con argilla, quarzo e caolino, biscotti nel fuoco perenne della vita. Gli stessi fazzoletti bianchi che il vento delle madri di Plaza de Mayo ha trasportato nel mondo.
È il vento della liberazione dalla violenza sulle donne che Miriam ha voluto rappresentare. La tempesta amica che affranca dalla «aegritudo» (infelicità), dal «metus» (angoscia del pericolo) e anela alla «laetitia». Va da sé che il «ready-made» della Melle non è solo memoria di vite spezzate; ma è soprattutto espressione della forza in essa racchiusa. Tal che, Miriam, già autrice delle minuscole targhe dei caduti della prima guerra mondiale disposte lungo il cordolo del viale delle Rimembranze nella Villa Comunale, ha assorbito il senso profondo della morte casuale. Che non coincide con la sconfitta fisica dell’«hostis» (nemico), ma con la liberazione dal sentimento ostile della violenza. Direi che, come nella «Miranda» della «Tempesta» shakespeariana, spirando da ovest a est, il vento della conoscenza e della riflessione conduce dall’ignoranza malvagia all’innocenza; entrambe tappe di ricerca per l’anima inquieta.
L’installazione accoglie in sé il duplice valore semantico del «mŏnĕo» latino: da un lato, “ammonimento”; dall’altro, “esortazione”. Ed è questo l’esplicito messaggio che traspare dalla combinazione dei fazzoletti ceramici imbastita da Miriam.
E per concludere è bene ricordare che 104 non è un numero simbolico. Ma il totale delle vittime di femminicidio al 25 novembre nell’anno 2022, data di inaugurazione della personale. Una vittima ogni tre giorni. A tutti gli effetti, un bollettino di guerra in continuo aggiornamento. Ed è lì, proprio lì, nello spazio di una sala di antiche memorie dove hanno voce scomparse testimonianze d’altri tempi, che Miriam Melle ha voluto figurare la nominazione delle donne rapite alla vita.
Vasto, Palazzo d’Avalos-Museo Archeologico, 25 novembre-11 dicembre 2022
Luigi Murolo
  • 318165422_586697763166860_125196890135452527_n
  • 318170084_586697646500205_5042637159171688471_n
  • 318201300_586697719833531_1315898287949211905_n
  • 318407135_586697689833534_2090852656369203985_n
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.