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Vasto, l’imprenditore Obino: “Salviamo l’affresco nella scuola Paolucci”

Lancia un appello per salvare l’affresco presente nell’atrio della scuola media Paolucci e una raccolta di fondi per ricollocarlo altrove. E’ l’iniziativa promossa da un imprenditore vastese, Alessandro Obino, preoccupato che, con la demolizione dell’edificio scolastico e con la sua ricostruzione nella stessa area, posso andare persa anche l’immagine che dal 1965 accompagna gli studenti.
A indurlo a lanciare un appello sui social è stato l’annuncio del finanziamento di tre milioni e 300 mila euro ricevuto dal Comune per la costruzione di un nuovo e moderno plesso scolastico al posto di quello attuale, che verrà abbattuto.
“I nostri ragazzi hanno bisogno di spazi al passo con i tempi, anche in ragione delle mutate condizioni demografiche”, osserva Obino,  “mi rammarica però sapere che, con la demolizione della scuola, verrà demolito anche l’affresco che ne orna l’atrio dal lontano 1965; un’immagine realizzata dall’artista D’Adamo  e dai suoi allievi in omaggio la figura dell’Ulisse dantesco. Questa immagine e la terzina del ventiseiesimo canto dell’Inferno a cui si ispira, hanno accompagnato i miei anni di scuola e quelli di una buona metà della popolazione vastese. Io ritengo che quest’opera, al di là della sua valenza artistica che pure da tutti è riconosciuta, abbia un valore storico e affettivo molto alto. A mio parere, va assolutamente salvata e ricollocata in uno spazio che non sia necessariamente la nuova scuola, ma che deve appartenere a tutta la comunità. Capisco che la cosa possa comportare dei costi, ma sono sicuro che molti vastesi vorranno unirsi nell’attività di sensibilizzazione e, eventualmente, di raccolta fondi necessari a salvare l’affresco e ricollocarlo adeguatamente”, conclude l’imprenditore, la cui iniziativa è stata prontamente raccolta e rilanciata dal professore Orlando Raspa, docente della Paolucci.
E’ una pittura murale ancora in un buono  buono stato di conservazione”, rimarca l’insegnante, “io la vidi la prima volta da studente della Paolucci nel 1972 e ne rimasi folgorato e dopo 50 anni, ironia della sorte, rientrato come docente di arte, guardandola mi emoziona ancora. Il mio appello potrebbe arrivare ai vertici, e magari, evitare che una ruspa trasformi in macerie questa testimonianza storica vastese”.
Anna Bontempo (Il Centro)
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