Dei 270 nibbi reali censiti in Abruzzo, circa 90 sono stati rinvenuti nella zona del Vastese, tra Vasto, Cupello e Furci. Gli esperti parlano di “eccezionale riscontro numerico” per questa rara specie di uccello rapace localizzata in poche nazioni europee, che si caratterizza per la evidente coda forcuta, il colore rossastro ed il volo veleggiato. In Abruzzo il Nibbio reale è presente e nidificante in una vasta area nella parte meridionale della Provincia di Chieti, dove purtroppo si concentrano enormi campi eolici, ed è oggetto di attività di monitoraggio da parte della Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa) da oltre 12 anni.
“Nel Vastese, fra Cupello, Vasto e Furci sono stati riscontrati circa 90 individui”, spiega Stefano Taglioli, coordinatore del gruppo fratino che insieme a Sandro Tagliagambe si è occupato del censimento per la zona del Vastese. Il dato emerge dal censimento invernale del Nibbio reale portato avanti in Italia nell’ambito del progetto europeo Eurokite e condotto in Abruzzo dalla Soa (Stazione ornitologica abruzzese).
Anche durante questo inverno e nonostante le avverse condizioni meteorologiche i volontari dell’associazione hanno raccolto i dati di presenza della specie contando simultaneamente sei “dormitori” per un totale di oltre 270 individui, un numero, fanno sapere, leggermente superiore a quello medio degli anni precedenti.
L’Abruzzo e in particolar modo la parte meridionale della provincia di Chieti si conferma, a detta degli esperti, il sito più importante per questi magnifici rapaci. Il Nibbio reale è una specie di elevato interesse conservazionistico. Per la sua rarità e, nonostante sia tutelata da direttive e convenzioni internazionali, è purtroppo ancora in pericolo a causa delle numerose collisioni con le pale degli aerogeneratori, delle uccisioni illegali e dell’avvelenamento causato dalla ingestione di pallini di piombo che si nascondono nei resti di animali abbattuti dai cacciatori di cui si nutre.
Anna Bontempo (Il Centro)
