Franco Mancini per tutti Franchino poteva salvarsi. A confermarlo l’autopsia eseguita ieri mattina dal medico legale Pietro Falco. All’esame autoptico ha assistito il dottor Christian D’Ovidio, il perito nominato dal 28enne indagato per omicidio preterintenzionale. Sul corpo della vittima non sono stati trovati lividi, ematomi e segni di percosse. A raccontare cosa ha provocato il trauma che ha portato alla morte di Franchino sono le immagini della telecamera della videosorveglianza di un bar davanti al quale Franchino e l’indagato si sono incontrati.
“I filmati, così come i tabulati telefonici scagionano il mio assistito”, afferma l’avvocato Antonello Cerella. “Il mio cliente non ha colpito la vittima, nè mai avrebbe voluto fargli del male”. L’obiettivo ha ripreso Franchino che si avvicinava al 28enne che lo ha respinto una prima volta. Franchino però si è riavvicinato ancora al giovane che lo ha scansato e la seconda spinta ha fatto cadere Franco Mancini. Il giovane aiutato da altre persone che erano sul posto hanno aiutato Franchino a rialzarsi e a sedersi. “La spinta è stata leggera – afferma Cerella. “Lo conferma il fatto che sul corpo non sono stati trovati segni. Quando Franchino è caduto il mio cliente ha chiamato i soccorsi. L’operatore del 118 ha chiesto a Franchino se volesse essere ricoverato e quest’ultimo si è rifiutato. Era cosciente, non voleva andare in ospedale ma evidentemente l’emorragia era già in atto”, afferma Cerella che continua: “Il mio assistito è tornato a casa mentre Franchino è rimasto là. Alle 7 è finito sul marciapiede ed è stato portato in ospedale dove è morto verso mezzogiorno. Dalla prima richiesta di soccorso sono trascorse circa 10 ore” .
Nessuna dichiarazione invece da parte del legale della famiglia della vittima, l’avvocato Massimiliano Fiore. ” La famiglia di Franco Mancini è sconvolta. Preferisce e invoca il riserbo e chiedono rispetto e silenzio e si affidano alla magistratura e agli investigatori”, dice il legale.
Paola Calvano
