Banner Top
Banner Top

Europei di calcio: tutte le finali degli azzurri

Stasera alle ore 21:00 la nazionale italiana di calcio scenderà in campo all’ “Empire Stadium Wembley” di Londra, dove affronterà l’Inghilterra in una sfida valida per la finale del “Campionato europeo di calcio Europa 2020”. Ma, mentre per gli inglesi sarà la prima finale di questo torneo della loro Storia, per gli azzurri questa sarà la quarta volta in cui si troveranno a giocare per il “titolo continentale”.

Quali sono state, dunque, le altre tre finali disputate dalla nostra nazionale? La più recente risale a nove anni fa, quando, durante gli “Euro 2012” svoltisi in Polonia ed Ucraina, essa affrontò nell’ultima partita la Spagna, campione d’Europa e del Mondo in carica. Per essere sinceri, però, questi Europei non cominciarono benissimo per l’Italia, che con due pareggi consecutivi nel girone rischiò di uscire già al primo turno. Fu solo grazie alla vittoria per 2 a 0 contro l’Irlanda, nell’ultima giornata, che la  squadra di Cesare Prandelli riuscì a qualificarsi per i quarti di finale. Nella fase ad eliminazione diretta, invece, gli Azzurri andarono benissimo, eliminando prima l’Inghilterra, battuta ai quarti 4 a 2 ai rigori, e successivamente la Germania, superata per 2 a 1 in semifinale grazie ad una doppietta di Mario Balotelli.

Ma, nonostante la grinta dimostrata ed il grande spirito di gruppo, questa nazionale non riuscì ad imporsi sulle “Furie rosse”, che “stravinsero” l’ultimo match per 4 a 0. Anche nel 2000, agli “Europei di Belgio e Paesi Bassi”, gli italiani, allenati da Dino Zoff, finirono per arrivare in finale. A differenza di “Euro 2012”, in cui come visto ci furono non poche difficoltà, l’Italia compì un ottimo percorso, sotto certi aspetti molto simile a quello fatto dalla nazionale di Mancini quest’anno: superò il girone come prima a punteggio pieno e conquistò la semifinale giocando benissimo. Ma qui iniziò il difficile.

Infatti gli Azzurri incontrarono i padroni di casa dell’Olanda, che erano favoriti per la vittoria del torneo. La partita fu una delle più sofferte ed agoniche della Storia della nazionale italiana. Si potrebbe dire che i nostri giocatori riuscirono a vincere l’incontro “applicando” il principio machiavelliano di Virtù e Fortuna. Difatti, oltre che con una grandissima e strenua resistenza difensiva per centoventi minuti, i ragazzi di Zoff batterono i padroni di casa grazie alla Dea Bendata: su sei rigori (due nei tempi regolamentari e quattro dopo i supplementari) gli olandesi ne sbagliarono addirittura cinque, tre dei quali parati dal portiere Francesco Toldo, che così entrò nella leggenda.

Inoltre questa semifinale viene ricordata anche per il “cucchiaio” che Francesco Totti rifilò all’estremo difensore olandese Edwin van der Sar, durante i tiri dal dischetto. Purtroppo, però, l’Italia non riuscì a replicare questo successo in finale, venendo sconfitta 2 a 1 in rimonta dalla Francia, in una partita che fino al quarto minuto di recupero del secondo tempo vedeva gli Azzurri in vantaggio. La vittoria dei Transalpini, ottenuta ai supplementari con il “golden goal”, fu talmente rocambolesca ed iconica che ispirò molte barzellette e battute ancora in uso fra i francesi, ad esempio: “Come si fa a rimettere il tappo ad una bottiglia di champagne? Chiedete agli italiani!” Insomma una sconfitta drammatica ed epocale per i nostri campioni.

Quindi come si può notare la nazionale italiana non ha avuto molta fortuna nelle finali degli Europei: infatti per “vedere” l’unica vittoria azzurra in questo torneo bisogna tornare addirittura a cinquantatre anni fa, ad “Euro Italia 1968”. Questa fu la terza edizione della competizione e, come detto, fu organizzata dal Belpaese. Anche se in realtà in Italia si giocò solo a partire dalle semifinali, che videro affrontarsi da una parte Inghilterra e Jugoslavia e dall’altra Italia ed Unione Sovietica.

Quest’ultimo incontro si disputò a Napoli e si concluse a reti bianche. Difatti gli italiani non riuscirono ad “espugnare” la difesa sovietica e le solide e decise parate di Dino Zoff, allora ventiseienne, salvarono la porta azzurra dai pericolosi tiri avversari. Non bastarono nemmeno i supplementari per decretare un vincitore e così si andò al sorteggio (i tiri di rigore furono inseriti solo a partire dagli Europei del 1976 in Jugoslavia). La regola prevedeva che i capitani delle due compagini scegliessero un lato di una moneta che poi sarebbe stata lanciata. A scegliere per l’Italia, naturalmente, fu il grande Giacinto Facchetti, che non perdeva un sorteggio dai tempi dell’oratorio. Questa sua leggendaria fortuna era nota a tutti, specialmente ai suoi compagni di squadra dell’Inter. Tant’è vero che al momento del lancio Sandro Mazzola e Tarcisio Burgnich tranquillizzarono gli altri Azzurri dicendo: “Calmi. C’è Giacinto di là, vinciamo di sicuro!” E così fu. Grazie ad una monetina gli italiani giunsero in finale all’Olimpico di Roma, dove ad attenderli c’era la fortissima Jugoslavia, reduce da una vittoria per 1 a 0 sugli inglesi campioni del Mondo in carica. La partita iniziò alle 21:15 di sabato 8 giugno.

I “Plavi” (ovvero “I Blu”, soprannome della nazionale jugoslava) scherzarono con i padroni di casa per circa ottanta minuti, trovando persino il gol del vantaggio al 39° del primo tempo. Il punto fu segnato dal giocatore simbolo degli slavi, Dragan Džajić, che lo stesso Pelé un volta definì “il Mago”. Nella seconda frazione di gioco, poi, l’attaccante del Sarajevo Vahidin Musemić sfiorò il raddoppio che avrebbe potuto metter fine all’Europeo. Ma gli dei del Pallone avevano altri piani. Infatti, a dieci minuti dal termine, l’Italia agguantò il pareggio grazie ad un calcio di punizione battuto dal centrocampista Angelo Domenghini.

Ironicamente fu lo stesso Musemić a favorire involontariamente la rete dell’1 a 1, perché aprì le gambe facendo passare indisturbata la palla. Dopo il gol di “Domingo” la partita andò ai supplementari e si concluse in parità. In questo caso però non si effettuò alcun sorteggio: naturalmente non si poteva assegnare la coppa con una moneta. Quindi la finale venne ripetuta due giorni dopo. In vista di questo “rematch”, il C.T. degli Azzurri, Ferruccio Valcareggi, decise di cambiare ben cinque degli undici titolari.

Tra questi sostituti, vi era anche un certo attaccante lombardo, originario della provincia di Varese, che in quegli anni stava facendo la Storia del calcio italiano assieme al suo piccolo club, il Cagliari Calcio. Si trattava ovviamente del mitico Luigi “Gigi” Riva. Riva passò la vigilia della partita in camera d’albergo, cercando di combattere lo stress pre-gara con il suo vecchio e “caro” vizio del fumo. Si racconta che fumò così tanto da “annebbiare” l’intera stanza.

A quel punto il suo compagno di camera, Giovanni Lodetti del Milan, lo rimproverò, ma Gigi gli rispose: “Tranquillo. Domani ti faccio vincere la coppa!” Infatti la sera successiva il suo gol e quello di Pietro Anastasi siglarono la vittoria italiana per 2 a 0. Al triplice fischio dell’arbitro, per celebrare un trionfo calcistico che mancava da trent’anni (dai Mondiali del 1938 in Francia), il pubblico dell’Olimpico accese alcune riviste, dando inizio ad una grande e coreografica fiaccolata che rimase per sempre negli annali della Storia sportiva del Paese. Ad oggi questo rimane l’unico successo continentale dell’Italia: la speranza dei tifosi è che prima o poi tale gioia possa ripetersi. Forza Azzurri!

Cesare Vicoli

  • Balotelli
  • Euro 2000
  • Italia,_Euro_'68,_Giacinto_Facchetti
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.