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Di Michele Marisi non si candida, “I buoi sono scappati dalla stalla, e io non sono un pastore”

Chi mi conosce, sa che quello che in tutti questi anni mi ha sempre spinto e dato la forza, è stata la passione. Ne è la riprova il fatto di non aver mai avuto alcun incarico remunerato, di non averlo mai chiesto, e di averlo sempre rifiutato quand’anche mi è stato offerto. Sono una persona libera e tale voglio restare.

Ho cercato, avanzando la candidatura a Sindaco di Vasto un anno fa, e ripeto, un anno fa, di dare una prospettiva innanzitutto alla città e poi anche una scossa al centrodestra, che ha bisogno di rinnovamento, di idee, di leadership.

I buoi sono scappati dalla stalla, e io non sono un pastore. Io sono un sognatore: uno che ha il sogno di ridare speranza alla città, uno che a Vasto non ha scelto di nascerci ma di più, ha scelto di viverci e di continuare a farlo. A testa alta e senza mai perdere la dignità.

Quella che ho lanciato un anno fa era una sfida per la città. Per. Non contro, contro qualcuno. Prima la città, poi il partito; prima i cittadini, poi le riunioni degli iscritti. Prima le idee e i progetti, poi si discute di tutto il resto.

Oggi c’è chi scappa dal centrodestra per andare al centrosinistra, additando alla coalizione di appartenenza, la colpa di non aver individuato un candidato Sindaco in tempo utile. Sui ritardi sono stato io il primo a suonare la sveglia al centrodestra. Ma non ammetto che quelli che scappano dall’altra parte del fiume, sono gli stessi che sul mio nome dissero: “Ma che deve fare questo?”. La solita frase che rimbomba troppe volte in città quando uno non vuole fare nulla, ma non vuole nemmeno che facciano gli altri.

Ho provato a mettere insieme il centrodestra e oltre, andare oltre. Oltre gli steccati partitici, per rendere partecipi di un progetto e di una visione di città, tutti coloro che ritenevano, e ancora oggi ritengono, che prima di tutto viene Vasto. E Vasto non è un partito, Vasto non si mette sulla bilancia, Vasto non è merce di scambio. Vasto non è una pedina di una partita a scacchi. Vasto è Vasto.

Volevo provare a dare speranza alla Comunità, tentare di dire che noi che facciamo Politica non siamo tutti uguali; volevo cercare di dimostrare che si può amministrare col sorriso, coi colori, non col grigiore delle stanze fumose.

I giochi al ribasso non mi appassionano. Sono e resto una persona di centrodestra. Ma sono prima di tutto un Vastese. Sono una persona libera e tale voglio restare. Sono un inguaribile sognatore, ed anche tremendamente concreto.

Grazie a tutti coloro che in questo sogno ci hanno creduto, a quelli che ci hanno lavorato, grazie a tutti i cittadini che mi hanno sostenuto, incoraggiato, ascoltato, supportato. Grazie a chi ancora oggi continua a farlo, e a chi continuerà.

Torneremo a sognare insieme.

Vi voglio bene

Marco di Michele Marisi

 

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