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Ai raggi la terza discarica del Civeta, l’Arta: “Difforme da quella autorizzata”

Rifiuti urbani non trattati, mancata copertura giornaliera e una probabile diffusione degli agenti inquinanti. Sono alcune delle criticità evidenziate dall’Arta Abruzzo (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) nella relazione inviata al servizio gestione rifiuti sulla terza discarica del Civeta.

L’invaso passato ai raggi x è quello gestito dalla Cupello Ambiente, oggetto da due anni di una indagine della Procura di cui non si conosce ancora l’esito. Quello che invece si sa è che le attività gestionali sono ancora sospese dalla Regione che,  dopo il provvedimento di dissequestro emesso dal Tribunale di Vasto il 21 febbraio 2020,  ha impresso altri tre mesi di stop alla discarica concedendo 30 giorni alla società Cupello Ambiente per avviare la variante della valutazione di impatto ambientale finalizzato all’aumento volumetrico da 450mila a 517.400 metri cubi.

I rilievi fatti dall’Arta  in seguito ai sopralluoghi effettuati hanno messo in luce quelle criticità ambientali segnalate a più riprese dalla segreteria del Forum H20

. L’elenco è lungo: rifiuti urbani indifferenziati depositati “tal quale”, cioè senza essere stati trattati, mancata copertura giornaliera del pattume conferito nell’invaso, impianto di biogas incompleto rispetto al progetto “tale da non assicurare la massima raccolta possibile”.

Nella relazione firmata dal direttore del Distretto Roberto Cocco viene anche evidenziata “la presenza di serbatoi di raccolta del percolato dotati di bacino di contenimento, ma non è stato possibile accertare se la tenuta del telo di base sia perfettamente integra in ogni punto della discarica, stante la sovrastante presenza di un elevato spessore di rifiuti.  Il telo presente sulla sponda, danneggiato dagli incendi e dagli eventi franosi, è stato ripristinato.

Resterà da valutare nel prosieguo del tempo se le misure di regimazione delle acque limiteranno la formazione del percolato”. Viene anche rilevato che “nel corso degli accertamenti non ripetibili disposti dalla Procura di Vasto è stato accertato il superamento dei valori limiti delle acque presenti nei piezometri.

Tale contaminazione probabilmente – sottolinea l’Agenzia regionale per l’ambiente – indica una diffusione degli inquinanti dal letto di discarica”.

Insomma l’Arta giunge alla conclusione che restano delle criticità, non senza aver evidenziato che “sulla base della documentazione permangono le difformità dell’intero invaso rispetto all’autorizzazione del 2015 e al nulla osta del 2017”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

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