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Trabocchi-ristoranti: sì al reolamento, ma il voto è risicato

Via libera al regolamento sui Trabocchi-ristoranti, ma una parte della maggioranza di centrosinistra si sfila. Ha ottenuto 9 voti favorevoli e 12 astensioni il documento proposto ed illustrato da Marco Marra, capogruppo del Pd e presidente della Commissione assetto ed utilizzo del territorio.

Oltre ai consiglieri di minoranza di centrodestra e del Movimento 5 stelle, si sono astenuti, a sorpresa, anche alcuni rappresentanti della maggioranza: Luciano Lapenna del Pd, Maria Molino e Giovanna Paolino della lista civica Avanti Vasto, Mauro Del Piano (Progetto con Vasto), mentre Vincenzo Sputore del Pd non ha partecipato al voto. A motivare l’astensione una serie di perplessità di cui si sono fatti portavoce soprattutto Lapenna e Molino.

“Il Comune di Vasto ha cercato di mediare e mettere dei paletti, a partire dal materiale da utilizzare, rispetto ad una sciagurata legge regionale”, sostiene  Lapenna, “ma non posso esimermi da alcune considerazioni. Questo regolamento ha un problema serio perché sono tanti i Trabocchi presenti sul nostro territorio e mi preoccupa pensare che molti di essi potranno trasformarsi in ristoranti. Io conservo le mie grandi preoccupazioni riguardo a quello che potrebbe accadere nei prossimi anni”.

Un intervento condiviso nei toni e nei contenuti dalla consigliera Molino.

“Non capisco come si possa conciliare la conservazione dei Trabocchi sottoposti a tutela da parte della Soprintendenza con la ristorazione”, ha rimarcato la rappresentante di Avanti Vasto, “avevo chiesto che almeno per queste strutture  ci fosse stato un dovuto distinguo. Non posso pensare che la nostra costa possa diventare una spianata di ristoranti, a discapito di tutta la categoria dei ristoratori che in due mesi subiscono una concorrenza notevole. Raccolgo anche le preoccupazioni sulla sicurezza”.

Su questo punto si è registrato un intervento polemico di Marra, secondo il quale la Molino non avrebbe manifestato tali perplessità durante i lavori della Commissione. Insomma, quella unanimità che il sindaco Francesco Menna aveva auspicato sul regolamento non c’è stata al momento del voto. Il disciplinare approvato ieri dal consiglio comunale fissa in 130 metri quadri (compreso cucina e servizi) la superficie calpestabile, cioè 80 metri quadri in meno rispetto a quanto consentito dalla legge regionale (210 mq).

Il regolamento disciplina anche gli interventi di recupero, ristrutturazione o ampliamento delle antiche macchine da pesca, vietando l’utilizzo di materiali diversi da quelli naturali. C’è poi il capitolo relativo alle urbanizzazioni primarie (allaccio alla rete fognaria o vasca imhoff, acqua e energia elettrica), e quello relativo allo smaltimento dei rifiuti.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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