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Morte di Anna Zinni, l’autopsia confermata la sospetta l’embolia polmonare

Dall’esame autoptico effettuato mercoledì all’obitorio del Policlinico di Chieti dai due periti, il medico legale Cristian D’Ovidio di Chieti e il collega dirigente medico del pronto soccorso e cardiologo, Aldo Salvi è stata confermata la sospetta embolia polmonare che ha provocato l’arresto cardiaco e la morte di Anna Zinni.

Alla perizia cominciata a mezzogiorno e finita dopo 4 ore ha assistito per la famiglia di Anna Zinni, la dottoressa Elena Ulacco. I 4 medici indagati hanno invece nominato come periti il medico legale Raffaele Ciccarese e Dino Ranalli.

L’ipotesi di reato a carico degli indagati è omicidio colposo. A difendere i medici sono gli avvocati Silvia Ranalli, Antonello Cerella, Arnaldo Tascione e Donatella Monaco.

Prima di eseguire l’esame la salma è stata sottoposta al tampone anti Covid 19 ed è risultata negativa, confermando i risultati del tampone eseguito al San Pio subito dopo il ricovero della donna.

D’Ovidio e Salvi, dopo aver prelevato frammenti di tessuti e organi, si sono riservati 90 giorni per il deposito delle conclusioni peritali che verranno fatte tenendo conto anche della valutazione della documentazione medica.

“Nell’esposto presentato dalla famiglia Zinni ci sono diversi quesiti a cui siamo certi la magistratura darà delle risposte“, affermano gli avvocati Elisa Pastorelli, Raffaele Giacomucci e Isabella Mugoni.

I prelievi eseguiti dai periti dovranno accertare se l’evento mortale è stato causato da terapie o cure di primo soccorso, se sia possibile la responsabilità dei soccorritori e il possibile nesso di casualità fra la condotta adottata dagli operatori e la morte della giovane donna.

Una mano alle indagini avviate dai carabinieri potrebbe arrivare dalle immagini della videosorveglianza. Gli investigatori hanno acquisito i filmati registrati negli impianti accesi in via Pitagora, la strada dove Anna Zinni si è sentita male. Altre immagini arriveranno dalle telecamere accese al San Pio.

Ma le indagini non si limitano a stabilire cosa è accaduto dalle 19 alle 20 del 23 marzo ma stanno cercando di risalire anche alle cause del malore fatale. Per questo gli investigatori hanno ascoltato diversi testimoni che conoscevano la giovane madre.

Paola Calvano

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