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A.A.A. (antiche aziende abruzzesi) cercasi. La confetteria di Leopardi: Intervista a Mario Pelino, presidente della confetti pelino srl

 

Riprende il viaggio alla riscoperta delle aziende storiche d’Abruzzo. In questa seconda tappa “si visiterà” una vera e propria istituzione della pasticceria regionale: la “Confetti Pelino” di Sulmona (AQ). Attraverso la seguente intervista telefonica, Mario Pelino, presidente della “Confetti Pelino srl”, ha voluto raccontare la storia della fabbrica della sua famiglia.

Signor Pelino può raccontarci le origini della sua azienda?

L’azienda Pelino nacque nel maggio del 1783 ad Introdacqua, un piccolo villaggio nei pressi di Sulmona, su iniziativa del commerciante Bernardino Pelino. Successivamente il figlio di questi, Panfilo, ingrandì le attività dell’impresa paterna, aggiungendo al “semplice” commercio delle mandorle la produzione di confetti e, in seguito, anche di liquori. Negli anni ’50 del XIX secolo, grazie a Francesco Paolo, figlio di Panfilo, l’azienda venne trasferita nella vicina e più grande Sulmona, per la precisione nel centro città. Lo stabilimento attuale, in via Stazione Introdacqua 55, è stato edificato nel 1890 per volere del mio bisnonno Alfonso Pelino. Dopo di lui, mio nonno Mario ha introdotto la produzione di citrato fra le altre attività dell’impresa, aumentandone così la fama sia a livello nazionale che internazionale. Per finire nel 1992 la fabbrica è stata dichiarata  Monumento di Interesse Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali. Attualmente siamo arrivati alla settima generazione e negli ultimi anni abbiamo cercato di investire sulle nuove tecnologie, naturalmente tenendo sempre in grande considerazione l’ambiente.

Invece cosa può dirci riguardo al vostro celeberrimo museo?

Il museo risale al 1988 ed è situato in un’antica abitazione restaurata vicino alla fabbrica. L’edificio comprende quattro sale disposte su tre piani: al suo interno sono esposti cimeli di famiglia, documenti ed attestati di vario genere e, naturalmente, i macchinari per la produzione di una volta. Inoltre ci tengo ad aggiungere che prossimamente vorremo ingrandire il museo, prendendo in gestione dal comune di Sulmona la stazione abbandonata di Introdacqua. Anche perché, su iniziativa della stessa città di Sulmona e di altri centri vicini, come Scanno e Anversa degli Abruzzi, si sta lavorando ad un bellissimo progetto, in cui siamo coinvolti direttamente anche noi, che riguarda proprio questo antico nodo ferroviario. Infatti deve sapere che la stazione d’Introdacqua, per tutta la prima metà del Novecento, permise a tantissime famiglie di migranti, provenienti da quasi ogni paese nei dintorni, di lasciare l’Abruzzo per recarsi a Napoli, da dove si sarebbero imbarcate verso altri stati, come gli Stati Uniti o il Canada, nella speranza di trovare una vita migliore. Per questo motivo si è pensato di trasformare la vecchia fermata ferroviaria in una sorta di complesso museale dell’emigrazione, in cui verrà integrato per l’appunto anche il nostro museo.

Quali altri mercati avete raggiunto?

Abbiamo raggiunto molti altri mercati nel corso degli anni, riuscendo ad esportare i nostri prodotti in vari paesi del mondo quali Brasile, Giappone, Canada e Stati Uniti. Questo è stato possibile anche, e soprattutto, grazie alla recente diffusione in tutto il globo dell’usanza tipicamente italiana dei confetti per cerimonie, in special modo per matrimoni.

Oltre ai confetti, cos’altro produce la sua fabbrica?

Negli ultimi tempi abbiamo aggiunto nuove produzioni dolciarie come la cioccolata o i torroni. Naturalmente allo stesso tempo continuiamo a realizzare i nostri cari e “vecchi” prodotti, seguendo ancora oggi le antiche ricette di famiglia. Fra questi si annoverano alcuni liquori tipici, di cui produciamo circa otto mila bottiglie l’anno, destinate però per lo più ai turisti, il già menzionato citrato di mio nonno Mario e per ultimi, ma non per importanza, i famosissimi “confetti cannellini”. A tal proposito al museo conserviamo alcuni nostri cannellini appartenuti a nientepopodimeno che Giacomo Leopardi! Infatti è noto che il Poeta-filosofo fosse un grande amante dei dolci e pare che si facesse spedire i cannellini della nostra azienda, di cui era ghiotto, direttamente da Sulmona.

Infine avete qualche piano o progetto per il prossimo futuro?

Purtroppo prima di pensare al futuro dobbiamo cercare di superare questo brutto periodo, che sta affliggendo tutti noi. Una volta passato tutto potremmo occuparci di quello che avverrà più in là. Quindi vorrei chiudere con la speranza che questa pandemia finisca il prima possibile, così da permetterci di riprendere normalmente le nostre vite.

Cesare Vicoli

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