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Scuole chiuse in Abruzzo, i sindacati della scuola: “Non siamo stati interpellati, assurdo”

Da oggi, a seguito dell’Ordinanza N.11 del Presidente della Giunta Regionale abruzzese, in tutte le scuole della regione, eccezione di quelle dell’infanzia, si torna alla didattica a distanza: si tratta dell’ennesimo atto che le organizzazioni sindacali della scuola apprendono senza alcun tipo di interlocuzione o passaggio istituzionale, che si basa su dati che non conosciamo (nonostante la nostra richiesta la Regione non ci ha fornito alcun dato) e che scarica sulla scuola l’incapacità di tutto il sistema esterno, in primis quello sanitario.

A sostenerlo sono Giuseppe La Fratta (FLC CGIL Abruzzo Molise), Davide Desiati (CISL Scuola Abruzzo – Molise), Antonio Di Zazzo (UIL Scuola RUA Abruzzo), Carlo Frascari (SNALS Confsal Abruzzo) e Piera Di Cicco (FGU GILDA Unams Abruzzo).

I sindacati avevano manifestato “forti perplessità rispetto alla ripresa indiscriminata delle attività didattiche in presenza Abruzzo dopo le vacanze natalizie: siamo stati i primi in Italia a riaprire le scuole, senza aver operato i necessari interventi che avevamo suggerito, salvo poi verificare che non sussistevano le condizioni di sicurezza e disporre nuove chiusure, prima locali ed ora diffuse”.

“Si naviga a vista – proseguono i sindacati – con provvedimenti regionali che non tengono conto delle reali condizioni di sicurezza delle scuole e che essendo estemporanei (manca la dichiarazione di zona rossa del Ministero della Salute) non consentono nemmeno la fruizione dei congedi parentali da parte delle famiglie”.

    “Occorre però chiarirsi: se il problema delle scuole sono i contagi, risulta davvero inspiegabile mantenere aperte le scuole dell’Infanzia, dove, lo ricordiamo, il rischio è addirittura più alto, considerato che per i bambini non è previsto l’obbligo di mascherina e le insegnanti non sono dotate di dispositivi FFP2.
    Per riaprire le scuole, e mantenerle aperte, non bastano proclami o iniziative estemporanee di assessori e presidenti di Regione, ma interventi concreti che prevedano presidi sanitari in ogni scuola, screening e tracciamenti efficaci, la dotazione al personale ed agli alunni di DPI adeguati (mascherine FFP2), una rimodulazione dei trasporti e una accelerazione sulla campagna di vaccinazione”. (ANSA).

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