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Esplosione alla Sabino, si apre la polemica sulla Direttiva Seveso

“Non basta esprimere il cordoglio alle famiglie delle vittime,  ma bisogna anche chiedersi come evitare simili tragedie. Questi incidenti non devono accadere”. Apre una riflessione sulla sicurezza, ed in particolare sulla applicazione della “direttiva Seveso” relativa agli impianti a rischio di incidente rilevante, Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, secondo il quale “la tragedia avvenuta alla Sabino Esplodenti a Casalbordino e che è costata la vita a tre operai è l’ennesimo incidente che avviene in Abruzzo in un impianto a rischio di incidente rilevante,  sottoposto, almeno sulla carta, a regole stringenti sulla prevenzione e gestione degli incidenti. In Abruzzo negli anni sono emerse gravissime falle nell’applicazione della direttiva Seveso e delle norme italiane di recepimento”, denuncia  Acerbo, “penso al caso dei laboratori di fisica del Gran Sasso e, nel Chietino, a quelli dello stoccaggio Stogit di Cupello, vicino a Vasto, per i quali i piani di emergenza esterni sono stati predisposti dalle prefetture solo dopo gli esposti delle associazioni e dopo anni di omissioni”.

La direttiva Seveso si basa su tre documenti fondamentali: il rapporto di sicurezza (che descrive l’impianto, le sostanze utilizzate ed evidenzia i possibili scenari di rischio), il piano di emergenza interno (destinato ai lavoratori) e il piano di emergenza esterno (redatto dalla Prefettura e rivolto alla popolazione). Questi ultimi devono essere aggiornati almeno ogni tre anni.

“In queste ore sono andato sul sito del comune di Casalbordino,  ma non sono riuscito a trovare il piano di emergenza esterno”, annota Acerbo, “a questo punto mi è venuta spontanea una domanda: esiste? È aggiornato? Spero che ci sia ma, in ogni caso, dovrebbe essere facilmente reperibile da qualsiasi cittadino anche non esperto di internet. Anche le prefetture dovrebbero fare il massimo per sensibilizzare la popolazione sul tema della sicurezza.  Purtroppo sul sito della Prefettura di Chieti devo constatare che la pagina sui piani di emergenza esterni è ferma al 2008. Mi chiedo, poi, se il rapporto di sicurezza per la Sabino Esplodenti esiste ed è stato approvato. Se sì, è aggiornato secondo la tempistica dettata dal decreto legislativo 105/2015 e, cioè, almeno ogni 5 anni? Quali contenuti ha? Spero che l’inchiesta della Procura di Vasto faccia luce su tutte le questioni che direttamente o indirettamente possono aver giocato un ruolo sulla vicenda e spero che tutto sia in regola”, conclude il segretario di Rc.

Anna Bontempo

 

 

 

 

 

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