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Marco Di Michele Marisi: “Vasto prima di tutto”

Innanzitutto come sta e cosa sta facendo? Si leggono spesso sui suoi canali social post che lasciano trasparire qualcosa…

Semplifichiamo innanzitutto il quadro almeno tra di noi: diamoci del “tu”. Sto benissimo, anche se sempre di corsa. Non sei il primo che mi fa questa osservazione sui miei canali social. In realtà sono quindici anni che faccio politica, che sono esposto, come si suol dire, e dieci che edito un giornale e dunque che scrivo quasi quotidianamente. Solo che sto cercando di raccontare le bellezze e le potenzialità di questa città, e di come quello che abbiamo può e deve essere potenziato. Credo che chiunque faccia politica non debba ridursi solo ed esclusivamente ad evidenziare quello che non va, ma proprio partendo da ciò che non funziona, deve essere in grado di immaginare la soluzione, l’alternativa, di costruire qualcosa di diverso.

Il suo nome circola insistentemente, da mesi, negli ambienti politici ma anche e soprattutto in città, quale papabile candidato sindaco del centrodestra. Ce lo conferma?

Beh, che il mio nome circoli non c’è bisogno che te lo confermi io. Nella tua domanda c’è già la risposta. Scherzi a parte, quello che ti posso dire è che ci sono dei momenti nella vita di ognuno nei quali, soprattutto rispetto ad un percorso lungo ed appassionato, si sente la necessità di voler fare ancora di più la propria parte. In prima persona. Mettendoci faccia, coraggio, e un pizzico di follia. “Sporcandosi” le mani. A maggior ragione quando vedi che tutt’intorno c’è bisogno dell’impegno di tanti, anche del tuo; c’è bisogno di chi davanti ad ogni cosa mette il cuore, col quale ogni ostacolo viene superato. E allora senti la chiamata, senti di dover in qualche modo restituire la tua fortuna alla Comunità, perché ognuno possa avere la possibilità di vivere nella propria città. E viverci meglio di oggi. Ecco, sento che questo è il momento di farlo.

Quindi?

Siamo solo all’inizio dell’intervista e già vuoi arrivare alla fine?

Mi ti ricordo ragazzino quando hai cominciato a fare politica, se non sbaglio con Alleanza Nazionale

Esatto, ho cominciato nel 2006, e di anni ne sono passati, di battaglie ne ho portate avanti, ho visto vittorie e sconfitte, ho vissuto momenti esaltanti e periodi nei quali tutto sembrava andare per il verso sbagliato; ma la passione è rimasta la stessa, se non di più, e l’affetto per questa città e per la sua Comunità sono cresciuti di giorno in giorno, come quando aumentano i battiti del cuore. Ho cercato in questi lunghi ed intensi quindici anni di spendermi ogni giorno per raccontare quello che in città non andava e non va, ma anche e soprattutto per costruire proposte ed alternative che riuscissero e riescano ancora a dare una visione di Vasto, di cui c’è grande bisogno; mi sono rimboccato le maniche perché non fossero solo le parole a raccontare il sogno di un modo diverso di fare Politica, ma anche i fatti, a dimostrare che qualcosa di altro è possibile: sono stato dalla parte degli ultimi e continuo a farlo con la battaglia sui testi scolastici, ogni anno, e difendendo i diritti di chi da solo non riesce, tutti i giorni; sono stato dalla parte di tutti i cittadini onesti, degli imprenditori coraggiosi, delle aziende, con gli stessi occhi con i quali si guardano i propri figli. Al partito, oltre che alla città, credo di aver dato gli anni più belli della mia gioventù, rinunciando a tutto quello che un ragazzo “normale” fa, perché ho sposato l’idea di contribuire a costruire una classe dirigente che potesse restituire dignità a questa terra.

Questo ti va riconosciuto senza dubbio. Oggi sei segretario cittadino di Fratelli d’Italia, un partito che sta crescendo a vista d’occhio…

Sono innanzitutto un cittadino di Vasto, poi tutto il resto.

Perché questa sottolineatura?

Perché ho sempre creduto che prima delle tessere di partito, ci siano i colori della propria terra, della propria città. I colori di Vasto non sono i colori di tutte le città, così come gli scorci mozzafiato, i paesaggi che se li guardi senti un brivido dietro la schiena, i profumi della tradizione, i vicoli della storia. Vasto è tutto, ma ha bisogno di tanto. Ha bisogno di una spinta, di un sentire comune, che vengano riannodati innanzitutto i fili della propria Comunità per fare squadra, perché sia forte e bella. Più bella. Questo lo si fa se si ama davvero la propria città, se ci si sente cittadini. Poi vengono i partiti.

Anche la Lega rivendica il candidato Sindaco. La trovate la quadra?

Non è nel mio stile rivendicare, e le persone con cui ho fatto politica in questi lunghi anni te lo possono confermare. Non ho mai chiesto nulla, né tantomeno ho mai avuto nulla. E non voglio nulla. Quello che chiedo oggi, è che si costruisca con tutte le persone di buona volontà, con tutti i partiti del centrodestra, i movimenti civici, ma anche con chi finora è rimasto alla finestra a guardare, un piano di sviluppo e di rilancio per Vasto, che non sia un libro dei sogni ma che rappresenti una pagina di buongoverno per questa città. C’è tanto da fare, ma mettere troppa carne al fuoco significherebbe illudere i cittadini e rischiare che si bruci tutto. Occorre fare un programma a dieci anni, a mio avviso, individuando le priorità, anche di quelle che non portano consenso immediato ma che a lungo termine rappresentano un trampolino di lancio per Vasto. Non si può amministrare rincorrendo il consenso, invece lo si deve fare con coraggio e lungimiranza, se vogliamo che i nostri figli e nipoti vivano in una città migliore di com’è ora.

La trovate la quadra, quindi?

Credo di essere in grado di dialogare con tutti, come ho sempre fatto. Non ho preconcetti, ho rispetto per le idee di ognuno. Parto sempre dal presupposto che per quanto mi riguarda, in questa partita, non ho nulla da guadagnare personalmente, e se mi confronto con persone libere e che hanno come unico interesse il bene di questa città e della Comunità, la quadra la si trova molto velocemente.

Quindici anni di attività politica sono tanti…

Sono anche troppi. Non vorrei che la gente si stufi di vedermi. Per cui ora, che sono nel pieno delle energie, vorrei lavorare per lasciare a questa città il frutto dell’impegno, della passione, dell’amore per una terra cui sono indissolubilmente legato. Non voglio invecchiare di Politica, voglio dare ora tutto quello che posso dare a questa città.

Adesso te la posso fare la domanda. Quindi?

Quindi ora che riascolterai l’intervista per trascriverla, in ogni risposta c’è la risposta alla domanda.

E di Francesco Menna che mi dici?

Preferisco parlare della città, di quello che c’è da fare, di come dare riposta ai problemi atavici di Vasto. Il mio giudizio su questa amministrazione è ben noto, tra un anno saranno i cittadini tutti a doverlo dare.

Vinca il migliore, allora

Sant’Agostino scriveva: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle”. Buon lavoro a voi, a noi, a me.

La Redazione

 

 

 

 

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