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Sicurezza del cantiere Rossetti, l’avvocato Nicola Tariddi: “Servono almeno 6 mesi”

Chiede una proroga non inferiore ai sei mesi per la messa in sicurezza del cantiere del residence Rossetti e consegna al giudice dell’esecuzione immobiliare, David Tommaso tre preventivi di altrettante ditte. Per il custode giudiziario, l’avvocato Nicola Tariddi sono decisamente pochi i 15 giorni concessi dall’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Menna (scaduta proprio in questi giorni) per il ripristino della recinzione, la pulizia dell’area e l’installazione di idonei sistemi di protezione nel complesso residenziale in abbandono dal 2008, anno in cui è iniziata una complessa vicenda giudiziaria sulla quale non è stata ancora messa la parola fine.  Per poter rispettare il provvedimento firmato il 13 febbraio scorso dal primo cittadino i tempi sono decisamente più lunghi secondo il legale vastese, che in queste settimane si è dato da fare per acquisire tre preventivi che ora sono all’esame del giudice.

TEMPI STRETTI E COSTI ALTI  – Non si può mettere in sicurezza un cantiere abbandonato da dodici anni in quindici giorni. E’ per questa ragione che il custode giudiziario ha chiesto al sindaco Menna, firmatario del provvedimento, di concedere una proroga “non inferiore ai sei mesi”. Altro capitolo importante è quello relativo ai costi: le ditte contattate dall’avvocato Tariddi si sono rese disponibili ad eseguire gli interventi contemplati nell’ordinanza, ma le cifre chieste dalle imprese vanno da un minimo di 153.994 euro ad un massimo di 185mila euro. Chi è tenuto a pagare per la messa in sicurezza del cantiere?  L’istituto di credito che a suo tempo concesse il mutuo alla Litos, ma parte dei costi potrebbe ricadere anche sul Comune che è intervenuto nella procedura esecutiva.

Le parti saranno convocate dal giudice dell’esecuzione immobiliare. Se nessuna di loro si dichiara disponibile ad affrontare i costi per la messa in sicurezza del cantiere la procedura esecutiva si estingue e il complesso residenziale da ultimare ritorna nella disponibilità della immobiliare Litos che dal tribunale ha ottenuto la sospensione per due anni della procedura esecutiva   sulla scorta dell’ ipotesi,  avanzata dalla Procura, che sia stata vittima di usura. Insomma, la vicenda è alquanto ingarbugliata con il rischio concreto che la messa in sicurezza dell’area  venga ulteriormente rinviata.

PARLA ANDREA LEDDA“Il nostro obiettivo è tornare in possesso del cantiere per ultimarlo, dopo aver ripristinato le condizioni di sicurezza”, spiega Andrea Ledda, legale rappresentante della immobiliare Litos, “certo se in consiglio comunale un amministratore asserisce che ci sono dei piani abusivi, circostanza che non risponde al vero, diventa per noi difficile trovare degli acquirenti. In questo caso è evidente che ai danni economici e di immagine già patiti in questi lunghi anni, se ne aggiungono altri. Cogliamo l’occasione per chiarire che i piani di sotto sono tutti autorizzati, l’unica difformità edilizia, già sanata, è il solaio per cui stiamo pagando una sanzione oggetto tra l’altro di un contenzioso pendente al Consiglio di Stato. Riteniamo che oggi ci siano tutte le condizioni per aprire un dialogo costruttivo con il Comune”, aggiunge l’imprenditore, “dialogo  che finora non c’è mai stato. Anzi stiamo ancora pagando a causa dei comportamenti tenuti dall’Istituto di credito e dall’ente pubblico”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

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