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Vasto, ecco quali sono le spine di Menna

Il centrosinistra a Vasto ha il candidato Sindaco, ma è mancante di tutto il resto. Nel senso che non basta avere già in pista Francesco Menna. Nel 2016 rappresentò una novità, con il suo volto giovane, ma oggi, dopo quattro anni di faticoso cammino, si avverte la pesantezza di una squadra che non lo ha assecondato fino in fondo.

Se è vero che il centrodestra potrebbe fargli l’ennesimo regalo, scegliendo tardi il candidato, è anche vero che riproporre le stesse liste di quattro anni fa non sarà possibile. Le armi fino ad oggi tenute sotto il tavolo stanno per essere tirate fuori. Da chi? Dal gruppetto che fa capo a Luciano Lapenna, da chi ha deciso di passare con Renzi, da chi, come Maria Amato, non ha dimenticato gli sgarri del passato.

Se il centrodestra potrebbe non saper vincere, nel centrosinistra c’è chi potrebbe farlo perdere. Per delusione, per stanchezza, per rivalsa. Il Pd sembra avere le batterie scariche e non da oggi. Menna sembra tenersene lontano, alla maniera di Bonaccini, come per dire: se vinco, vinco io e non il simbolo del Pd. Eppure, al momento, l’unica lista certa, quella che si fa da sé, è proprio quella del Pd. Il resto somiglia all’aria fritta. Tante buone intenzioni, molta caciara, ma niente di costruttivo.

Il gruppetto di Lapenna ha fatto tante richieste senza ottenere alcunché. Ha chiesto di cambiare la Giunta, poi le deleghe, poi il piano di fine mandato, ma ha ricevuto soltanto alzate di spalle. Ciò che si è consumato in Aula, nella vicenda del voto su Baccalà Presidente del Consiglio, è una sorta di aperitivo di quanto vedremo.

Certo, il centrosinistra non ha nient’altro che Francesco Menna, ma non tutti sono disposti a mangiare la minestra con la minaccia di saltare dalla finestra. L’appoggio della lista di Renzi, lo stiamo vedendo in giro per l’Italia, non è scontato. Anche Molino e Tiberio hanno parecchi sassolini da togliersi e le loro scarpe si sono riempite da tempo.

Se Maria Amato decide di correre a Sindaco con alcune liste civiche, possono essere dolori. Siamo sicuri che Molino e Tiberio resterebbero insensibili? Se si muove il Primario di radiologia (occhio al tema dell’Ospedale, centrale nella prossima campagna elettorale), al primo turno verrebbero a mancare tanti voti, forse troppi. La speranza di rimetterli insieme al secondo potrebbe rivelarsi fallace. Insomma, Menna deve fare molta attenzione a ciò che gli si potrebbe muovere intorno e contro. Autentiche spine.

La partita a Vasto, lo sanno anche i gatti, è centrosinistra contro centrodestra. Gli altri possono soltanto far perdere uno dei due competitori. Non sembra poter giocare la partita il M5S, non sembra poter avere il fiato lungo chi si agita cercando un posticino al sole tra i due grandi poli. Gli elettori vastesi, lo hanno dimostrato a più riprese, non amano le avventure, i salti nel buio, le sorprese.

Menna contro Cappa o Menna contro Di Michele Marisi. Vinca il migliore. E state attenti a non far arrabbiare Peppino Tagliente…

Alfonso Di Virgilio

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