Hanno deciso di costituirsi tutti parte civile i genitori dei venti piccoli alunni che frequentavano la classe in cui operava la maestra di San Salvo accusata di maltrattamenti a scuola. Il 17 ottobre è in programma l’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale.
Un gruppo di genitori si è affidato allo studio legale degli avvocati Clementina De Virgilis e Claudia D’Alò, altri saranno assistiti dall’avvocato Antonello Cerella, altri ancora si sono affidati ad una associazione che difende i diritti dei bambini e combatte ogni forma di violenza a scuola.
In aula si prevede battaglia. Nei prossimi giorni i difensori incontreranno le famiglie per concordare con loro la linea da adottare davanti al giudice. Ad accusare l’insegnante sono dei filmati. E sono state proprio quelle immagini a convincere il sostituto procuratore Michele Pecoraro, delle condotte vessatorie e violente della maestra nei confronti di una intera classe.
L’accusata assistita dall’avvocato Alessandra Cappa ha sempre negato di aver usato violenza con i piccoli. La difesa parla di educazione rigida ma non violenta. L’avviso di conclusione delle indagini elenca una serie di atteggiamenti, a dire della procura, piuttosto gravi e parla di “reiterati atti di violenza fisica e psicologica”, nonchè di maltrattamenti dei piccoli alunni di età compresa fra i due e i sei anni a lei affidati per ragioni di educazione.
I piccini sarebbero stati sottoposti “con frequenza quasi quotidiana“, recita l’accusa “a continue sofferenze fisiche e umiliazioni morali, esigendo comportamenti inadeguati per la loro età, inveendo contro di loro mediante urla e ingiurie e mortificandoli in caso di qualsiasi manifesta difficoltà dei bambini nel rispettare le sue direttive, strattonandoli, percuotendoli con schiaffi sulla nuca o sul capo, instaurando durante le sue ore di presenza un clima di tensione e paura nei bambini vittime o spettatori delle azioni poste in essere”.
Gli episodi più gravi si sarebbero verificati dall’ 8 al 29 gennaio 2019. “Con l’aggravante“, afferma il pm “di aver commesso i reati con abuso di autorità in danno di minori e all’interno di un istituto di istruzione”.
A segnalare i metodi pedagogici piuttosto bruschi della maestra furono alcune colleghe all’inizio dello scorso anno scolastico al dirigente d’istituto. Quest’ultimo avvisò immediatamente i carabinieri, dando il via all’indagine. Quello che accadeva a scuola è stato ripreso dalle telecamere. I metodi educativi della maestra sono stati raccontati da un filmato di oltre 400 ore.
Paola Calvano (Il Centro)