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Mattatoio, tre aste deserte ma la riconversione è ok

Le aste indette dal Comune sono andate deserte,  ma ci sono dei privati interessati all’acquisto anche perché, nel frattempo, il prezzo del bene rimasto invenduto si è abbassato di circa 150mila euro. Si aprono nuovi scenari per l’ex mattatoio di via Sant’Onofrio, il cui valore originario di 740mila euro, si è ridotto fino ad arrivare a 592.408 euro in virtù del ribasso  del 20% applicato con il secondo tentativo di vendita all’incanto. Offerte al momento non ce ne sono, ma in questi mesi sarebbero almeno tre i privati che si sono fatti avanti mostrando interesse all’acquisto dell’immobile che, dopo la chiusura decretata nei mesi scorsi e motivata dagli alti costi di gestione, giace in completo abbandono. 

“Lo scenario è quello indicato dalle attuali disposizioni legislative”, spiega il sindaco Francesco Menna, “dopo le tre aste andate deserte i soggetti interessati possono essere presentate delle proposte economiche. Se sono pari al 10% in meno del valore raggiunto con l’ultimo esperimento di vendita all’incanto il Comune può accogliere la richiesta.  Se invece l’offerta dovesse contenere un ribasso superiore al 10% l’ente è obbligato ad indire un avviso per informare la cittadinanza e portare l’argomento in consiglio comunale a cui compete la decisione finale”. 

L’interesse dell’ente è vendere l’immobile non solo per incamerare fondi, ma anche per facilitare la sua riconversione in stabilimento per produzioni artigianali o attraverso un cambio di destinazione d’uso se l’obiettivo dell’acquirente è la realizzazione di un complesso residenziale.  Risale a marzo 2018 la prima asta per la vendita dell’ex mattatoio inserito nell’elenco dei beni da dismettere insieme al parcheggio coperto di via Martiri Istriani a Vasto Marina, alla vecchia sede della scuola civica musica nel rione San Paolo e al fabbricato di piazza Marconi, in pieno centro storico, che attualmente ospita il circolo pensionati. All’epoca il prezzo a base d’asta era di 740mila euro, sceso a 666.459 euro con il secondo tentativo di vendita all’incanto e a 592.408 euro con la terza asta. Nonostante le polemiche che hanno accompagnato le operazioni di dismissione, l’amministrazione rivendica la decisione.

“Non potevamo fare diversamente”, rimarca il sindaco, “il servizio generava ingenti costi di gestione a fronte di un numero davvero esiguo di capi macellati ogni anno.  Diversi comuni hanno dismesso i mattatoi per ragioni economiche, senza considerare che sono molti gli operatori del settore che si rivolgono a strutture private”. 

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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