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Capodogli arenati e morti, “I loro resti in un museo”

Cinque anni fa sono state sotterrate in un posto segreto. A distanza di un lustro  da quell’eccezionale evento che vide la mobilitazione di centinaia di volontari si comincia a parlare della necessità di disseppellire gli scheletri dei tre capodogli spiaggiati a Punta Penna  il 12 settembre 2014 e di trovare per loro una adeguata collocazione, quale un Museo del mare. L’invito ad individuare un sito, anche all’interno della riserva di Punta Aderci, arriva dal gruppo fratino di Vasto che, insieme all’associazione Liber, ha organizzato una iniziativa in piazza Barbacani in ricordo dello spiaggiamento dei sette capodogli, quattro dei quali ripresero il largo e, stando alle notizie in possesso del Centro studi cetacei di Pescara, sono ancora vivi e costantemente monitorati.

Ho parlato con degli esperti e secondo loro tra due anni al massimo gli scheletri devono essere disseppelliti”, sostiene Stefano Taglioli,l’invito che rivolgiamo al Comune e alla Riserva è quindi quello di individuare un sito dove rendere visibili al pubblico gli scheletri che, altrimenti, rischiano di non poter essere disseppelliti o destinati ad altre città italiane in grado di collocare i resti in musei. Ho sentito parlare in questi giorni dell’ampliamento a mare della riserva che, secondo alcuni, sarebbe monca”, prosegue il coordinatore del gruppo fratino, “vorrei a proposito ricordare che nel 1998, anno in cui venne istituita l’area protetta, non c’erano le condizioni per estenderla a mare. Se oggi le condizioni sono cambiate ben venga la riserva marina. Personalmente, pur auspicandola, la ritengo improbabile se non si sceglie un percorso preciso e mirato. Ritengo invece più fattibile l’estensione a mare del sito Sic di proposta regionale. Se invece il percorso per la proposta di protezione a mare è esclusiva del progetto Calliope, a maggior ragione, per evitare equivoci occorrerebbe confrontarci al tavolo per l’ambiente comunale sul nuovo piano di assetto naturalistico della riserva di Punta Aderci, non solo per quanto riguarda l’estensione a mare, ma anche sulla parte urbanistica. Va benissimo progettare sul futuro, ma nel frattempo occorrerebbe risolvere problemi urgenti come la collocazione degli scheletri dei capodogli e l’eradicazione  di piante alloctone nell’ambiente retrodunale della spiaggia di Punta Penna, reso ormai precario proprio per questa invasione”, conclude Taglioli.

Tornando all’iniziativa organizzata in ricordo dello spiaggiamento, dopo la presentazione del libro “Il segreto della fontana blu”, edito da Terre di Mezzo, è stato proiettato il video realizzato dal Centro studi cetacei. Immagini che hanno emozionato il pubblico presente in piazza Barbacani e fatto rivivere un evento che la città non dimenticherà mai.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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