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“La mia elezione per difendere la nostra terra”

marcovecchio

Manuele Marcovecchio, 52 anni, avvocato, è sindaco di Cupello dal 2014. In precedenza è stato Consigliere comunale a Vasto e Consigliere provinciale. Alle elezioni regionali del prossimo 10 maggio è candidato della Lega. Aver maturato una solida esperienza politica è il suo maggior punto di forza.

Da dove nasce la candidatura?

“Be’, in parte la risposta è nella sua premessa. Non è una candidatura improvvisata. È una candidatura meditata da tempo, riflettuta a stretto contatto con i cittadini e con i loro reali bisogni quotidiani. L’esperienza da Sindaco fornisce al politico rotondità e compiutezza. Misurarsi quotidianamente con i problemi della gente ti responsabilizza, diventi il loro costante punto di riferimento. Poi è una candidatura importante per il territorio del Vastese, poiché è un territorio rimasto indietro, sottovalutato e colpevolmente snobbato da un centrosinistra che ha preferito prestare attenzione verso altri luoghi. La storia dell’ospedale di Vasto è paradigmatica di un vero fallimento amministrativo. La debolezza con cui è stata affrontata anche la questione della sicurezza, molto sentita dai cittadini, è la dimostrazione di una compagine arrivata a fine corsa. Ma la mia candidatura deve tramutarsi in elezione soprattutto per un altro motivo”.

E quale sarebbe?

“Non certo per far sì che anch’io diventi Consigliere regionale come altri. Sarebbe davvero deludente e mortificante. La mia elezione deve servire, dal giorno dopo, alla crescita di una classe dirigente che a Vasto e nel Vastese possa assumere la guida delle operazioni. Non si vota soltanto per la Regione. Si vota anche per il futuro di Vasto e del Vastese, per modificare il quadro politico, per far sì che la Lega, insieme alle altre forze, contribuisca a un rinnovamento della classe politica puntando su uomini e donne che hanno dimostrato capacità, premiando il merito, l’impegno, le idee. La politica non si fa da soli, ma insieme. E insieme si elabora un percorso per affermare un nuovo modo di amministrare, per ridare un volto ai tanti paesi che l’hanno perso, per battersi a difesa di un territorio dimenticato”.

Ha parlato di ospedale, ha accennato alla sicurezza. I pericoli sono reali o strumentali?

“Basta aprire il giornale al mattino e comprendere che, tra rapine a mano armata, furti, scippi e violenza di ogni tipo, c’è poco da stare allegri. Il lavoro compiuto dalle forze dell’ordine è impagabile, ma non basta. La fortuna di avere Salvini Ministro dell’Interno va sfruttata e noi la sfrutteremo. C’è una peculiarità nel suo modo di fare: non promette ciò che non può mantenere. Durante le sue visite in Abruzzo e soprattutto a Vasto (visita che abbiamo voluto e ottenuto per la felicità della nostra gente) ha chiarito che sarà al nostro fianco. La gente è con lui perché ha profondamente cambiato la Lega e rinnovato il suo spirito e la sua missione. Nessuno ha più dubbi che l’Italia sia una e una soltanto. L’entusiasmo che suscita, le piazze stracolme, il polso fermo sul tema scottante dell’immigrazione, sono segnali di profonda empatia con gran parte del popolo italiano”.

Lei è avvocato. Crede che il Tribunale resti a Vasto?

“Con tutto ciò che abbiamo detto, come potrebbe essere altrimenti? È l’ultimo presidio, l’ultima difesa. Però, vorrei ribadire che il mio grido d’allarme resta l’ospedale, il diritto per tutti a una sanità efficiente. L’ospedale di Vasto è retto da medici e da personale non medico di elevato valore. Mortificare queste qualità vuol dire mortificare Vasto e il Vastese. Quando vado in giro, prima di parlarmi delle strade ridotte in condizioni pietose, prima di parlarmi delle difficoltà legate al lavoro, prima di parlarmi del Tribunale, il cittadino mi parla dell’ospedale. Non vuole avere soltanto la certezza che non chiuda, ma anche la rassicurazione che possa operare al meglio, dando ai cittadini tutti i servizi di cui ha o potrebbe un giorno aver bisogno. Spesso siamo lontani da ciò che non ci tocca da vicino, pensiamo di esserne immuni, di non averne bisogno, ma fare il Sindaco aiuta a tenere i piedi per terra. L’esperienza acquisita serve per andare all’Aquila non a fare una gita mondana, ma a ricordarsi di chi ti ha eletto, cosa ti ha chiesto chi ti ha eletto. Serve a non sparire il giorno dopo, ma a dare risposte concrete, a farsi misurare nell’arco dei sessanta mesi del mandato senza indietreggiare un solo istante dall’obiettivo che ti sei prefisso: migliorare le condizioni della tua gente. Non credo che debba avere altro in mente un politico che sa, anche per tradizione familiare, che la politica o è servizio o non è, o è riconoscimento di chi ti sta davanti o non è, o è battersi per le ragioni della tua terra o non è”.

C’è chi ipotizza che lei potrebbe essere, in caso di vittoria del centrodestra, l’assessore della Lega della provincia di Chieti. Avrebbe un settore di preferenza?

“Guardi, io sono impegnato, insieme ai miei sostenitori, a condurre a termine nel migliore dei modi la campagna elettorale. Non sono i Consiglieri eletti a decidere gli assessorati. Il Presidente Marsilio, persona saggia e credibile, sarà all’altezza del compito e la Lega avrà un risultato straordinario. Il resto si vedrà. Solo su un aspetto non ho dubbi: Vasto e il Vastese sapranno scegliere persone di sicura affidabilità. A noi tocca soltanto metterci a disposizione di tanta gente delusa e amareggiata che vuole tornare a vedere la luce. La politica, ogni volta che si è trasformata in poltronificio, ha prodotto danni inenarrabili. Le persone serie hanno l’obbligo di non ripetere questo imperdonabile errore”.

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