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Vasto, il Porto di Punta Penna batte se stesso

Il porto di Punta Penna batte se stesso. Se la scorsa settimana aveva scaricato 40mila tonnellate, in questi giorni alle banchine hanno attraccato due enormi mercantili con una stazza di 55mila tonnellate lorde. Un mercantile ha caricato dalle aziende Puccioni fertilizzanti per il Sud America, un altro centinaia di furgoni SEVEL per l’Est europeo.

In due mesi sono state movimentate ben 183.000 tonnellate di merci (147.000 sbarcate e 36.000 imbarcate) con un notevole trend positivo rispetto agli anni passati. Il segreto di questi numeri è da attribuirsi principalmente al cluster marittimo ed in special modo al lavoro degli operatori, delle imprese e dell’ agenzia marittime AMV operante in porto.

Punta Penna da un paio di anni ha avviato la trasformazione con l’aumento dei piazzali ricavati dall’abbattimento del vecchio mercato ittico e ora destinati allo stoccaggio delle merci, una organizzazione di security al passo con le vigenti normative internazionali, un dragaggio in dirittura di arrivo per l’avamporto e a breve per il bacino interno, oltre ad un piano regolatore approvato, un pescaggio all’ingresso del bacino di 15 metri, piazzali portuali, lontananza da centri abitati, vicinanza all’autostrada A14, e un notevole bacino d’interesse.

Lo scalo istoniense ,l’unico porto commerciale a gestione totalmente abruzzese gode in questo periodo di ottima salute. Lavora e da lavoro. Ogni mercantile che arriva da lavoro ad una serie incredibile di operatori: gruisti. scaricatori, camionisti. Eppoi ci sono le officine meccaniche e i punti di ristoro. L’autorità marittima ha contribuito notevolmente al benessere di Punta Penna con nuove e più efficaci regole e ordinanze sia in merito alla struttura che della sicurezza accolte con soddisfazione dagli operatori.

Dal punto di vista strutturale sono stati eseguiti numerosi interventi che hanno riguardato il vecchio ufficio destinato alla pesca che è stato abbattuto, la banchina di Levante che è stata potenziata e messa in sicurezza, la banchina di riva che è diventato il piazzale più grande di tutta la costa Adriatica raggiungendo con gli ultimi 2000 m² la quota di ben 50mila m². Il porto ha una Security internazionale.

Adesso ormai le aree destinate all’attività portuale sono ben distinte da quelle destinate invece al turismo e al commercio. L’autorità marittima ha lavorato per creare un porto del futuro e il futuro imminente prevede il dragaggio, dopo il carotaggio del Porto, e anche diverse sistemazioni che renderanno l’ i’infrastruttura più efficiente. Manca solo la ZES zona economica speciale. La speranza è riposta nella politica

Paola Calvano

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