Slitta a lunedi la decisione dei giudici del tribunale del Riesame sul ricorso presentato dai difensori degli indagati arrestati nel corso dell’operazione antidroga “Drugstore”. Il blitz antidroga ha portato in carcere 12 persone e altri due ai domiciliari. Gli avvocati Raffaele Giacomucci e Giovanni Cerella, i difensori degli accusati, ritengono non vi sia più alcun motivo per trattenere in carcere gli indagati distribuiti fra gli istituti di pena di Vasto, Lanciano, Chieti e Teramo.
L’udienza si è tenuta giovedi e al termine i giudici si sono riservati di decidere. Ma la vicenda è delicata e per questo merita una attenzione particolare. La magistratura è decisa a contrastare il fenomeno dello spaccio che provoca a sua volta molti reati. L’operazione dei carabinieri denominata ” Drugstore” ha portato alla scoperta delle case di tre famiglie rom (due di Vasto, una di San Salvo) trasformate in negozi di cocaina ed eroina.
L’operazione non è affatto conclusa, nè sono escluse novità. Le forze dell’ordine proseguono i controlli. Non sono escluse nuove intercettazioni telefoniche, un espediente che si è rivelato prezioso ai fini investigativi per stabilire i contatti tra gli indagati. Secondo il gip Fabrizio Pasquale che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, proprio grazie alle intercettazioni è inequivocabile il metodo con cui agivano gli accusati: professionalità ed esperienza e anche una vera e propria organizzazione allo spaccio. Accuse che i difensori degli accusati rigettano con determinazione invocando la scarcerazione degli accusati. E ora spetta ai giudici del Riesame decidere.
Paola Calvano (Il Centro)
