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Lebba, la pista ciclabile diventa discarica abusiva

Rifiuti abbandonati, calcinacci, sacchi di spazzatura, pneumatici  e perfino un materasso buttato sotto una telecamera messa fuori uso. E’ molto più simile ad una discarica abusiva che ad un percorso naturalistico la pista ciclabile di Vallone Lebba da anni abbandonata al degrado e all’incuria nonostante sia costata ben 600mila euro di soldi pubblici.  Alle staccionate di legno completamente divelte, alla vegetazione incolta e  alle tante crepe disseminate lungo il percorso ( a tratti inesistente) si sono aggiunti i cumuli di  rifiuti abbandonati dai soliti incivili. Insomma, quello che doveva essere un percorso naturalistico (come recita qualche cartello “superstite”) si è trasformato in una discarica abusiva a cielo aperto.  Anni di incuria e di mancata manutenzione restituiscono ai pochi ciclisti che si avventurano da quelle parti una immagine di degrado.

“L’altro giorno sono andata a farsi una passeggiata insieme a mia figlia”, racconta una professionista vastese,  “ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo desolante. Sapevo delle erbacce e delle canne, ma non credevo che le condizioni della pista fossero peggiorate così tanto. Oltre ad essere pericolosa e piena di insidie è diventata ricettacolo di ogni genere di rifiuti. Come cittadina sono doppiamente indignata per l’inciviltà di quanti utilizzano la pista come una discarica, ma anche per la mancata manutenzione”.

Non è la prima volta che giungono segnalazioni di questo tenore. Le condizioni vergognose in cui versa la pista ciclabile, oggetto anche di una inchiesta  della Corte dei Conti di cui si sono perse le tracce, sono state oggetto di denunce e di interrogazioni. Nel mirino dell’opposizione consiliare sono finiti non solo l’assenza di interventi di manutenzione, ma anche i soldi spesi per l’infrastruttura che è stata realizzata nel 2010 durante la precedente amministrazione comunale guidata da Luciano Lapenna con fondi del Patto Trigno-Sinello Sinello destinati alla “creazione, adeguamento e potenziamento delle strutture per lo sport e il tempo libero”.

“Come consigliere di minoranza ho denunciato in più occasioni lo spropositato sperpero di denaro pubblico”, ricorda Davide D’Alessandro  (Vasto 20016), “le condizioni di quella pista, costata oltre 600mila euro, gridano vendetta, ma la cosa che trovo ancora più scandalosa è la spesa sostenuta per la realizzazione di un video: 37mila euro”.

Nello specifico vennero spesi  365 mila euro per la realizzazione della pista, 57mila euro per gli onorari dei professionisti, 5mila euro per i tecnici comunali, 20mila euro per il Totem e il Touch screen e circa 137mila euro per la cosiddetta cartellonistica, tra cui il famoso video da 37mila euro.

Anna Bontempo  (Il Centro)

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