“La fiera è stata annullata perché la società non ha ottemperato a quanto richiesto dal Comune. L’invito che rivolgo ora agli organizzatori è quello di restituire le quote versate dagli espositori”. L’assessore Carlo Della Penna lancia un appello all’associazione La Fenice di Arezzo che aveva proposto di allestire una Fiera Country dal 17 al 19 agosto sul lungomare Duca degli Abruzzi.
Ma il 16 agosto, cioè 24 ore prima dell’evento a cui avevano aderito una ventina di ambulanti, la manifestazione è stata annullata dal Comune per mancanza di autorizzazioni. Gli organizzatori, ritenendo di aver subito un danno, hanno presentato una denuncia ai carabinieri contro un funzionario comunale che a loro dire avrebbe ostacolato l’iniziativa. Decisi a rivolgersi alla Procura sono anche alcuni standisti che all’associazione La Fenice avevano versato le quote.
“Una organizzazione seria non deve far altro ora che restituire i soldi agli espositori”, attacca l’assessore, “come Comune non potevano far altro che annullare la Fiera pur avendo a suo tempo inserito l’evento nel calendario delle manifestazioni estive. La mail del 14 agosto è stata inviata dagli uffici perché la società non aveva ancora ottemperato a quanto richiesto. Avrebbe dovuto pagare in anticipo la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, stipulare una polizza fideiussoria di 50mila euro per eventuali danni causati e munirsi dell’autorizzazione del servizio veterinario della Asl. Siamo stati costretti ad annullare la Fiera, ma a rimetterci non devono essere gli standisti”.
Fin qui il Comune. L’associazione La Fenice dal canto suo parla di “danno incalcolabile” per i costi affrontati.
“Solo per il piano di emergenza abbiamo speso 1.250 euro”, dice il vice presidente della società Alessandro D’Alessio, “a cui vanno aggiunte le spese per la pubblicità e per gli allestimenti”.
Anna Bontempo (Il Centro)
