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Il sudore non era il suo: assolto

Rapina a Sarni oro. Assolto uno degli indagati. Nessuna certezza sul volto dell’imputato e tanto meno sulle tracce di sudore ritrovate dai Ris su un guanto. Luigi Ermanno Bonaventura, accusato di far parte della gang che l’11 aprile 2016 fece una rapina ai danni della gioielleria Sarni Oro del centro commerciale Pianeta, è stato assolto dal giudice Fabrizio Pasquale per non aver commesso il fatto.

Condannato a 4 anni di reclusione, Berardino D’Aloia. I due sono stati giudicati con il rito abbreviato. La testimonianza del professore Maurizio Cusumano , l’antropologo che ha visionato i filmati è stata fondamentale. Il pm Gabriella De Lucia aveva chiesto per gli imputati 6 anni e 8 mesi di reclusione.

Le perizie hanno dimostrato che Bonaventura non c’entrava nulla con la rapina”, dice soddisfatto l’avvocato Antonello Cerella. D’Aloia è stato assistito dagli avvocati Giuseppe Mario Casale e Luigi Marinelli.

Nel giorno della rapina, all’interno della gioielleria, c’erano a lavoro due commesse mentre erano numerosi i clienti del centro commerciale intenti a fare la spesa. Il raid, che procurò tanta paura, era durato pochi minuti e aveva fruttato circa mezzo milione di euro. Fuggiti all’esterno, i criminali erano saliti a bordo di un’Alfa Giulietta rossa guidata da un complice che li attendeva col motore acceso. Proprio il conducente della Giulietta, negli attimi prima della fuga, aveva colpito violentemente sul capo un cliente del centro commerciale che stava parlando al telefono solo perché convinto che quest’ultimo stesse chiamando le forze dell’ordine. Dopo le iniziali indagini partite dalle telecamere, il 1° luglio 2016 era stato arrestato Berardino D’Aloia .

Nel frattempo, gli accertamenti del Ris di Roma sulle tracce biologiche e sulle impronte digitali su un paio di guanti trovati all’esterno del centro commerciale portarono all’identificazione di altri due autori della rapina: Alessandro Colapietra e Bonaventura che finirono nel carcere di Foggia. A seguire fu arrestato Vincenzo Pietro Nardino. Giovedi sera Bonaventura ha dimostrato che le tracce di sudore trovate sui guanti recuperati dagli investigatori non erano sue. Quelle impronte erano miste e non riconducibili alla rapina. I guanti furono presi da più persone. Il prossimo 23 ottobre saranno giudicati con rito ordinario Alessandro Colapietra e Vincenzo Pietro Nardino. Nardino è finito nei guai perchè intercettato durante i colloqui con gli altri indagati. Anche in questo caso per la difesa sono indizi e non prove.

Paola Calvano (Il Centro)

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