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” Fabio Di Lello era capace di intendere e volere”

L’assenza di un vizio di mente, sia totale che parziale. Fabio Di Lello, 34 anni al momento dell’uccisione di Italo D’Elisa, 21 anni sarebbe stato in grado di comprendere ciò che faceva. A queste conclusioni è giunta la perizia del dottor Renato Ariatti , iniziata sull’imputato a febbraio e depositata il 13 giugno scorso. Un particolare che potrebbe divenire rilevante ai fini della configurabilità del reato commesso. I risultati della valutazione psichiatrica sono stati letti ieri nel corso dell’udienza davanti alla Corte d’assise d’Appello dell’Aquila. Risultati che aprono ora infinite possibilità per il giudizio d’appello. Alla lettura erano presenti i genitori di Italo D’Elisa, il papà Angelo e la moglie Diana.

La coppia ancora molto provata dalla tragedia rifugge le telecamere. ” Hanno ascoltato in silenzio attendendo fiduciosi le conclusioni della discussione in programma il prossimo 6 luglio”, commenta l’avvocato Pompeo Del Re legale della famiglia D’Elisa con il collega Gianrico Ranaldi.

La Procura di Vasto ha sempre sostenuto la mancanza di un vizio di mente dell’imputato. Non a caso chiese il procuratore Giampiero Di Florio chiese il rito direttissimo subito dopo aver ascoltato Di Lello impedendo alla difesa del panettiere un incidente probatorio. La lunga relazione del perito Ariatti non è stata interpretata allo stesso modo dalla difesa di Fabio Di Lello che annuncia comunque battaglia in aula il prossimo 6 luglio.

” Abbiamo ascoltato le valutazioni del perito”, commenta l’avvocato Pierpaolo Andreoni difensore di Di Lello con l’avvocato Giuliano Milia.

” Il perito ha correttamente ripercorso il dramma psicologico vissuto da Di Lello. Insieme ai nostri periti valuteremo quanto contenuto in questa lunghissima relazione ai fini giudiziari e il 6 luglio presenteremo la difesa”, sostiene Andreoni.

Fabio Di Lello in primo grado il 24 marzo 2017 venne condannato a 30 anni di carcere, tre anni di libertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici e una provvisionale di 40mila euro a testa ai familiari di D’Elisa. Il pm per l’omicidio avvenuto a Vasto il 1 febbraio 2017 aveva chiesto l’ergastolo. I legali di Di Lello, insistono invece nel sostenere che l’omicidio del giovane D’Elisa non fu un atto premeditato, ma un raptus irrazionale provocato da un dramma e da una perdita dolorosissima. quella della moglie.

“L’assenza del vizio parziale di mente”, afferma l’avvocato Del Re ” è stato dichiarato dal perito e racconta le reali condizioni psico-fisiche di Di Lello quando sparò a D’Elisa”. Altro per il momento i legali della parte civile non intendono aggiungere. E’ evidente che il 6 luglio ci sarà battaglia in aula.

Paola Calvano (il centro)

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