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EcoLan: “Solo ora Pulchra migliora il servizio”

“I numeri sui dipendenti della Pulchra? Non sono supportati da elementi oggettivi riscontrabili nei documenti ufficiali”. Parte dal dato relativo al personale impiegato nel servizio di igiene urbana l’offensiva di EcoLan, la società frentana che su richiesta del comune di Vasto ha redatto una proposta tecnica di riorganizzazione e miglioramento dei servizi.

A innescare la polemica sono le cifre contenute nella controproposta della Pulchra, la società partecipata, che stima in 89 unità (tra dipendenti diretti, indiretti ed interinali), gli addetti attualmente impiegati nello spazzamento, nella raccolta e nella pulizia della spiaggia, contro i 52 lavoratori previsti nel progetto preliminare di Ecolan.

Il socio privato, cioè Giovanni Petroro, legale rappresentante della Sapi, ha anche promesso la stabilizzazione di 20  interinali, di cui 17 operai e 3 amministrativi qualora il Comune decida di vendere le quote pubbliche, prorogando il contratto per altri cinque anni.

“Rimango stupito dai numeri espressi in termini di occupazione (numero dipendenti sulla commessa) non supportati da elementi oggettivi riscontrabili nei documenti ufficiali, quali ad esempio il bilancio di previsione della Pulchra 2018, asseverato dal revisore dei conti della società stessa, che evidenzia complessivamente 32 dipendenti strutturati e 19 interinali”, sottolinea il presidente di EcoLan,  Massimo Ranieri,quanto poi alla contrattualizzazione dei dipendenti, ben venga la volontà di stabilizzazione del personale, ma dal momento che nei servizi pubblici locali gli operatori ecologici sono legati al servizio e non alla società, non si capisce perché in questi anni si sia fatto stabilmente ricorso a personale interinale invece che procedere ex lege a tutela dei diritti dei lavoratori. Infine non posso non notare che solo oggi e solo a seguito dell’elaborazione di una proposta tecnica di riorganizzazione dei servizi per la città di Vasto da parte della EcoLan spa, la Pulchra sia stata in grado di configurare una rimodulazione dei servizi con risparmi in favore dell’ente e tanti saluti ai cittadini che negli anni hanno pagato, per giunta senza raggiungere gli obiettivi di legge previsti per la raccolta differenziata”, conclude Ranieri.

Ma su questo punto Petroro è stato chiaro: la riduzione del canone è possibile poiché, con la cessione delle quote, la società non dovrebbe più assicurare l’utile di esercizio al socio pubblico.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

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